SUPERBONUS, GOVERNO: STOP A SCONTO IN FATTURA E CESSIONE CREDITO

Il Decreto Semplificazioni e quello sulla Governance del PNRR: questo era in origine l’ordine del giorno del CdM di oggi, con Premier Meloni in “smart working” per un forte attacco influenzale. E invece il Consiglio dei Ministri ha emanato un nuovo Decreto legge che modifica in maniera drastica la norma del Superbonus 110%: in pratica con questo intervento il Governo Meloni blocca l’utilizzo dell’opzione di sconto in fattura o cessione del credito (al posto della detrazione) per tutti i nuovi interventi. Già ridotto e modificato nei primi mesi del nuovo esecutivo, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sottolinea come la norma del Superbonus deve ulteriormente essere migliorata per un problema sostanziale di conti pubblici e di “intasamento” dei cassetti fiscali: «Dall’entrata in vigore del decreto, per i vari interventi edilizi (dalle ristrutturazioni all’efficienza energetica, dalle facciate alle colonnine) non è consentito l’utilizzo delle due opzioni previste al posto delle detrazioni fiscali, cioè cessione e sconto».



Fanno eccezione al nuovo Decreto del Governo tutti gli interventi con Superbonus per cui sia già stata presentata la Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata): nel caso poi di interventi attuati dai condomini, oltre alla Cila deve risultare adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori. Da ultimo, chiarisce il Decreto sul Superbonus, per poter usufruire della cessione del credito sugli interventi comportanti demolizione e ricostruzione degli edifici, «deve essere stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abitativo». Come ha spiegato il vicepremier Antonio Tajani, intervenendo in conferenza stampa al termine del CdM, «E’ mancato nel governo precedente una pianificazione sui crediti del superbonus. Si è lasciato lievitare il numero dei crediti, anche le due forze politiche che facevano parte di quel Governo hanno cercato di bloccare questo andamento la situazione era fuori controllo ed è stato necessario intervenire per tamponare errori commessi in passato. Un’azione a tutela di imprese, cittadini e banche». Lo stesso n.2 di Forza Italia ha poi spiegato come l’ex Premier Draghi abbia tentato di limitare la lievitazione dei crediti ma purtroppo non è riuscito a tamponare appieno tutti gli errori precedenti: ira dal M5s di Giuseppe Conte, il quale sui social sbotta «Qui si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 25mila aziende dell’edilizia, 130 mila posti di lavoro. Ci chiediamo infine – conclude l’ex premier – come farebbe a restare un minuto di più al governo un partito, come Forza Italia, che in Parlamento e a livello locale ha promesso e prospettato numerose iniziative a tutela del Superbonus e della cessione dei crediti d’imposta». Completamente d’accordo con il Governo invece il leader del Terzo Polo Carlo Calenda che sui social loda l’intervento dell’esecutivo: «La scelta del Governo di chiudere il bonus 110% è totalmente condivisibile. È un provvedimento che ha generato uno spreco di risorse mai visto nella recente storia repubblicana. Un provvedimento iniquo e che ha drogato il mercato. Brava»



NON SOLO SUPERBONUS: SEMPLIFICAZIONE E PNRR, GLI ALTRI INTERVENTI IN CDM

«E’ chiaramente una misura di impatto per bloccare gli effetti di una politica scellerata, utilizzata anche in campagna elettorale, che ha prodotto anche un beneficio per alcuni cittadini, ma che ha posto in carico a ciascun italiano dalla culla 2000 euro», ha spiegato in conferenza stampa da Palazzo Chigi il Ministro MEF Giorgetti rispondendo alle varie domande. Lunedì le categorie sono state convocate a Palazzo Chigi per discutere delle norme appena presentate, anche perché le imprese sono già sul piede di guerra: per la presidente di ANCE, Federica Brancaccio, «Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie. Così il governo affossa famiglie e imprese».



Oltre al Superbonus, il CdM ha dato via libera all’unanimità al nuovo decreto legge con semplificazioni per una nuova regia sul PNRR: accelerare la realizzazione delle opere, ridurre i vincoli e le autorizzazioni e ovviamente il cambio della governance del PNRR, accentrando Palazzo Chigi la regia del piano, con una nuova struttura che prevede quattro direzioni generali e un coordinatore. «Il governo ha approvato un decreto frutto del lavoro di mesi e base di un percorso futuro che va letto insieme alla relazione (sul monitoraggio dell’uso delle risorse della politica di coesione europea e nazionale)», ha detto il ministro del PNRR Raffaele Fitto in conferenza stampa, «Mi piace sottolineare che le due strutture si compensano abbondantemente, ho letto di critiche, ma c’è stata una riorganizzazione della struttura di governance del Pnrr per il rafforzamento della stessa e con l’assegnazione di deleghe e modalità di attuazione per la necessaria fase di raccordo».  Al risultato plaude il vicepremier Tajani: «Abbiamo migliorato per rendere più efficace l’azione della struttura che deve mettere in campo i progetti, non vogliamo che neanche un euro vada perduto. C’erano disfunzioni da correggere».