Unicredit dopo Intesa Sanpaolo riapre la corsia alla cessione dei crediti che, proprio questa mattina ha visto l’approvazione alla Camera dei Deputati del decreto sblocca cessioni. L’approvazione si concluderà dopo l’iter a Montecitorio con l’ok da parte del Senato.

Le novità che sono state introdotte, hanno infatti cambiato la faccia alla cessione dei crediti e al superbonus, mettendo finalmente un punto ad una discussione che durava ormai da tempo.



Superbonus e cessione dei crediti: l’intervento delle banche

Ma dal momento che già era stato deciso che le banche italiane sarebbero intervenute per acquistare 19,4 miliardi di euro di crediti incagliati, così come aveva anche notiziato ilsussidiario.net, la prima banca a farsi avanti è stata Unicredit. Si legge infatti in una nota dell’Istituto di credito, diramata appena ieri che è stato infatti perfezionato un documento con “6 accordi e importanti player di mercato per la cessione dei crediti. Altri 11 accordi sono in dirittura d’arrivo, realizzando una soluzione di sistema imprese-banche-imprese“.



Tutti gli operatori che hanno completato i lavori e necessitano di cedere i crediti avendo raggiunto la capienza fiscale, potranno quindi usufruire della disponibilità finanziaria dell’istituto. Gli esodati del superbonus hanno quindi una speranza in più di rientrare attraverso un gettito di liquidità.

Superbonus e cessione dei crediti: Unicredit e Intesa Sanpaolo

Unicredit invece ha messo a punto una soluzione in grado di fornire crediti fiscali a fronte di sconto in fattura per le spese sostenute nel 2022 oltre a disincagliare i crediti per tutte le imprese, artigiani e professionisti.



Complessivamente ogni singola pratica dovrà essere però superiore a 10.000 euro e inferiore a 600 mila euro oltre a dover essere necessariamente corredata di tutta la documentazione richiesta nel corso dell’istruttoria, quindi con asseverazioni visto di conformità.

Inoltre il decreto passato alla camera oggi introduce due importanti novità: una e quella di non penalizzare coloro che hanno apportato delle variazioni al piano iniziale descritto all’interno della delibera assemblare, l’altro è quello di spalmare in dieci anni la cessione del credito rispetto ai quattro anni previsti dalla precedente normativa. Una boccata d’aria per le casse statali, ma sicuramente un metodo per non dire definitivamente addio al superbonus 110%, che comunque potrebbe costituire un volano per quelle famiglie che hanno la necessità di procedere all’efficientamento energetico così da recepire le direttive europee sulle case Green che tanto stanno spaventando le famiglie italiane.