Il Superbonus ha presentato il conto: sono stati spesi, per quel che riguarda gli sconti in fattura e i crediti ceduti (senza considerare quelli portati direttamente in detrazione dai contribuenti), ben 219,5 miliardi di euro. Una cifra, come riportato dal Corriere della Sera, sei volte più alta di quelle che erano le stime. Essa comprende tutti i bonus fiscali sui lavori edilizi concessi in Italia dal 2021 al 4 aprile scorso.
La percentuale più rilevante è quella che concerne il Superbonus 110%, che ha assorbito ben 160 miliardi di euro. Il Bonus facciate invece 26 miliardi di euro e i crediti di imposta altri 33 miliardi. L’aspetto più preoccupante è quello che riguarda l’andamento crescente di anno in anno delle cifre sborsate, che nessuno al Governo è riuscito a a fermare. Al punto che lo scostamento finale è stato infatti di 180 miliardi. Non sono mancate tra l’altro le problematiche giudiziarie connesse al sussidio, tanto che 16 miliardi sono tuttora oggetto di sequestro o di blocco da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Superbonus, chi ha beneficiato delle maxi spese e chi invece ha perso
Il Corriere della Sera, a proposito dei 219,5 miliardi di euro spesi per il Superbonus, ha analizzato anche chi ne ha beneficiato. I soggetti sono diversi. Anche perché è da precisare che le somme in questione non sono certamente finite nelle casse delle imprese di costruzione nella loro interezza. Una porzione importante è stata da queste ultime data ai fornitori dei materiali necessari per le opere e ai professionisti impiegati. Le banche, inoltre, hanno comprato a 85 i crediti che valevano 110. Le famiglie, con l’efficientamento energetico degli immobili, hanno risparmiato parecchio. Allo Stato è rientrata infine l’Iva.
Chi invece ci ha rimesso invece sono sicuramente quei soggetti di fatto abbandonati dalle imprese di costruzione, che hanno piuttosto virato su queste operazioni. È il caso ad esempio di coloro che aspettavano le ricostruzioni post sisma e le opere del Pnrr.