Per evitare il rischio concreto di una paralisi del mercato edile, il Governo corre ai ripari e prepara una stretta molto più soft sul Superbonus 110%: come spiegato stamane dal “Messaggero”, Palazzo Chigi si appresta ad inserire una nuova norma nel prossimo Decreto Energia (contro il caro-bollette) o sul Milleproroghe che limiti il più possibile le norme anti-frode sulla cessione multipla dei crediti derivanti dai bonus edilizi.



Quella stessa regola rigida era stata inserita dal MEF in extremis nell’ultimo Decreto Sostegni per evitare l’esplosione di truffe ai danni dello Stato: al di là del fatto che le medesime truffe non sono state evitate (circa 4 miliardi di euro totali), il rischio vero ora è la paralisi del mercato dopo aver dato uno straordinario impulso negli scorsi mesi. Dopo la grande protesta delle piccole e medie imprese, il Governo corre ora ai ripari per evitare il “blocco” dei cantieri: secondo “Il Messaggero” ci si avvia verso un “bollino” ai crediti per non porre la stretta “strong” sulla cessione del bonus. «Il primo cessionario che sconterà le fatture sarà chiamato a raccogliere la documentazione, a verificare che le carte per ottenere il beneficio siano in regola e poi caricherà il credito nel “cassetto fiscale”. Solo a quel punto l’Agenzia delle Entrate entrerà in gioco assegnando un codice al credito che servirà ai successivi acquirenti del credito per verificarne l’origine», spiegano le fonti di Governo al quotidiano romano.



COME SBLOCCARE L’IMPASSE SUL SUPERBONUS

Vi è poi una seconda soluzione, studiata dal Governo e in particolare dai tecnici in quota M5s: consentire la libera circolazione dei crediti di imposta sul Superbonus solo tra le istituzioni vigilate della Banca d’Italia (e affini). Al di là del consentire al più presto a Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti di ricominciare le operazioni di sconto sui bonus edilizi, i partiti spingono per far riavviare al più presto tutti i cantieri a rischio “paralisi” tanto per la norma precedente del Governo quanto per i sequestri della magistratura a fronte delle (tante) truffe. I dati rilanciati oggi da diversi quotidiani – da “La Stampa” al “Corriere della Sera” con Milena Gabanelli – sui circa 4 miliardi di truffe per falsi crediti fiscali generali dal Superbonus non lasciano sereni MEF e Palazzo Chigi, di contro però occorre non bloccare un settore in ampia ripresa dopo i due anni terribili delle restrizioni per Covid. Nel prossimo decreto, scrive ancora “Il Messaggero” potrebbe spuntare la norma secondo cui la responsabilità dei cessionari «vale solo in caso di concorso nella truffa. Un modo per tutelare chi ha acquistato in buona fede. C’è poi l’ipotesi che le annualità dei crediti sequestrati possano essere recuperate successivamente dagli intermediari».

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