Superbonus: nuova tasse sulle plusvalenze derivanti dalle vendite
Nella legge di Bilancio è stata inserita una nuova stretta che colpisce i “furbetti” del Superebonus 110% che hanno effettuato lavori di ristrutturazione in modo gratuito per rivendere l’abitazione ad un prezzo maggiorato. Verrà, infatti, introdotta una tassazione del 26% che colpirà la plusvalenza in caso di vendita, che dovrebbe colpire, secondo le stime del Caf Acli una platea di circa 29mila contribuenti.
Lo scopo della stretta sulla plusvalenza della vendita di immobili ristrutturati con il Superbonus, insomma, è proprio quello di colpire coloro che vi hanno visto una buona occasione per generare un profitto in modo gratuito, a spese però dello stato. Infatti, all’interno della nuova noma che istituisce la nuova tassazione sono previste anche una serie di casistiche specifiche per le quali non verrà applicata, e secondo una stima del Sole 24 Ore, sono circa l’80% degli utilizzatori del Superbonus ad evitare la tassa del 26% sulle plusvalenze delle vendite, pari all’incirca a coloro che hanno utilizzato il bonus per ristrutturare la loro abitazione principale. Inoltre, la tassa verrà applicata solo nel caso in cui la vendita venga finalizzata entro 10 anni dalla fine dei lavori di ristrutturazione, limitandone ancora di più la platea.
Chi sarà escluso dalla tassazione sulle plusvalenze del Superbonus
Insomma, la tassa del 26% sulle plusvalenze del Superebonus sarà applicata solamente nel caso in cui la vendita dell’immobile si finalizzi entro 10 anni dalla fine dei lavori, oltre ad applicarsi esclusivamente all’eccesso di guadagno. Saranno, invece, escluse dalla tassazione le cessioni di case adibite a principali dai venditori e dai familiari per la maggior parte del tempo nel corso dei 10 anni precedenti al trasferimento. In altre parole, saranno escluse le abitazione contraddistinte sul modello 730 dal codice “1”, pari a circa l’82% degli immobili ristrutturati. Inoltre, la tassa sulle plusvalenze delle vendite del Superbonus non colpiranno gli immobili ereditati, sia precedentemente che antecedentemente alla fine dei lavori di ristrutturazione. Allo stato attuale, però, non è ancora chiaro come verrà calcolata la tassa, ma la legge di Bilancio, una volta approvata, chiarirà tutti i dubbi.