I proprietari di immobili che hanno usufruito del Superbonus 110 dovranno pagare una tassa nel caso in cui optino per la vendita delle case in questione prima che siano trascorsi dieci anni. La misura, come riportato dal Corriere della Sera, è stata introdotta dal Governo di Giorgia Meloni per evitare le speculazioni. Il motivo infatti è da ricondurre al fatto che gli interventi di efficientemente energetico contribuiscono ad aumentare il valore della proprietà. La plusvalenza in questo caso è pari dalla differenza tra il corrispettivo percepito per la cessione ed il prezzo di acquisto (o costo di costruzione) aumentato di ogni altro spesa inerente al bene.
La maxi tassa è scattata dal 1° gennaio di quest’anno e ammonta al 26% del guadagno realizzato rispetto al valore di acquisto. Nel caso in cui la vendita degli immobili avvenga dopo oltre cinque anni, il prezzo di acquisto o costo di costruzione ai fini del calcolo della plusvalenza viene rivalutato in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo. Il limite temporale è un aspetto da considerare. Se si è beneficiato della cessione del credito o dello sconto in fattura, non si tiene conto tra i costi delle spese beneficiate dal Superbonus 110 solo se gli interventi si sono conclusi da non più di cinque anni all’atto della cessione. Viceversa, se il termine è trascorso, verranno conteggiate al 50%. Se si è scelta la detrazione nella dichiarazione dei redditi, infine, tutte le spese possono essere prese in considerazione.
Superbonus, tassa per chi vende case ristrutturate prima di 10 anni: le eccezioni
La tassa per chi vende le case ristrutturate col Superbonus 110 prima di dieci anni prevede alcune eccezioni. La prima riguarda gli immobili acquisiti per successione. In questo caso le plusvalenze non vengono prese in considerazione. La seconda riguarda gli immobili che sono stati adibiti a residenza principale del cedente o dei suoi familiari per la maggior parte del periodo antecedente alla cessione, sia che esso sia di dieci anni sia che sia di durata inferiore. In questo caso infatti la speculazione non sussiste.
I proprietari degli immobili in questione, dunque, nel caso in cui decidano di cedere la proprietà, dovranno valutare attentamente la convenienza dell’affare, soprattutto se non rientrano nelle categorie esenti dalla maxi tassa del 26%.