Voluto fortemente dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte all’epoca del governo giallorosso con il Partito Democratico, il Superbonus 110 per cento continua a rappresentare un problema per le casse dello Stato. I numeri parlano da soli: come riportato da Libero, 12 miliardi di euro di truffe accertate e un costo mensile di 3,5 miliardi. Con lo stop di un anno si metterebbero da parte 35 miliardi di euro, cifra che permetterebbe al governo di garantire gli interventi ipotizzati.
Pensato dai grillini per fare ripartire l’economia nazionale dopo la pandemia da Covid-19, il Superbonus 110 per cento si è trasformato in un pasticcio. Mario Draghi aveva provato ad arginare il caos di stesura iniziale della norma ideata dal Conte II, provando a placare i furbetti. “Nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal governo Conte 2, compreso il bonus facciate, i documenti dell’Agenzia dell’Entrate ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità”, la conferma del premier Meloni.
La zavorra del Superbonus 110 per cento
Come evidenziato da Libero, a fine giugno il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione ha superato i 65 miliardi di euro. Per quanto concerne le detrazioni maturate per i lavori conclusi, superati i 71 miliardi di euro. E non è tutto: “Il totale degli investimenti per l’efficientamento energetico degli edifici ammessi al Superbonus ha raggiunto la quota di quasi 80 miliardi di euro. Si può quindi stimare un onere a carico dello Stato pari a circa 87 miliardi di euro”. L’81 per cento di lavori a giugno 2023 sono risultati conclusi, si legge ancora. Tra i dettagli più curiosi, la ristrutturazione e il miglioramento a livello energetico a costi della finanza pubblica di sei castelli, per i quali gli investimenti ammessi a detrazione hanno superato gli 840 milioni di euro.