SUPERLEGA, MAROTTA: “RICEVUTO MINACCE E CAIRO..”

A margine della sfida della 32^ giornata di Serie A tra Spezia e Inter, andata in scena solo ieri sera, Beppe Marotta, ad nerazzurro è intervenuto ai microfoni di Sky sulla vicenda Superlega, dicendo la sua sulle polemiche violentissime che lo hanno visto primo protagonista negli ultimi giorni. Il dirigente ha infatti raccontato di aver “ricevuto minacce private, anonime, e questo è un fatto molto grave”, oltre che richieste di sue dimissioni dal ruolo di Consigliere Federale, per cui ha aggiunto: “Il ruolo di Consigliere federale lo ricopro come attività di servizio, per la mia passione e la mia esperienza. Comunque settimana prossima ci sarà una riunione del Consiglio e io rimetterò il mio mandato nelle loro mani, se non volessero confermarmi farò un passo indietro”. Ma oltre alle polemiche scatenate dai tifosi e dai fan anche attacchi da parte di colleghi, come dal presidente del Torino Urbano Cairo, al quale Marotta ha risposto: “Il principio del dissenso è un atto democratico, ma non capisco l’attacco violento di Cairo. Uno può chiedere a un dirigente di dimettersi, ma io non sono un giuda, ho principi morali e sono innamorato di questo sport”.



SUPERLEGA, MAROTTA: “SISTEMA CALCIO A RISCHIO DEFAULT”

Approfittando della lunga intervista concessa a Sky, l’ad dell’Inter ha poi voluto spiegare meglio il progetto e gli obbiettivi di questa Superlega, che pare essere già morta ancor prima di nascere: “La scelta è stata fatta alla luce delle difficoltà economiche dei club. La loro valutazione era che il modello fosse superato e che serviva valorizzare meglio le risorse, cercando di inventare qualcosa. Il sistema calcio è a rischio default. Questo modello non garantisce stabilità e futuro. Era doveroso andare alla ricerca di qualcosa che potesse cambiare questo modello”. E pur dicendosi favorevole a un cambiamento, il dirigente nerazzurro rimarca la sua posizione tutto sommato marginale rispetto alla creazione della nuova competizione: “La premessa è che questa iniziativa è stata portata avanti direttamente dalle 12 proprietà, con una certa riservatezza. Le informazioni ci arrivavano, ma il management non è stato coinvolto direttamente. Io e Antonello ci siamo concentrati nella gestione quotidiana del club”.

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