Beppe Sala, Sindaco di Milano, l’aveva chiamata “battaglia del pennarello” ed alla fine è riuscito a vincerla. Per il primo cittadino infatti c’erano da ascoltare le tante richieste dei genitori che chiedevano di poter acquistare materiale scolastico, quaderni, penne, matite e quant’altro, anche nei supermercati in questi giorni segnati in maniera drammatica, in tutta Italia ma soprattutto in Lombardia, dall’esperienza coronavirus. “Vorrei dire alle mamme in ascolto che stamattina ho ufficialmente lanciato la battaglia del pennarello. In molte mi avete segnalato che non si trovano nei supermercati articoli di cartoleria fondamentali per far studiare i vostri ragazzi, perché non sono considerati articoli essenziali secondo il decreto del governo, ma lo sono“, aveva raccontato in un video Sala appoggiando la richiesta, in un momento in cui molti punti vendita erano legati alla necessità di vendere solo generi alimentali, pena il rischio di sanzioni in caso di controlli. “Ne ho parlato con il prefetto e con il governo, speriamo che la risolvano in fretta e magari senza aspettare un Consiglio dei ministri“, aveva spiegato lo stesso Sala che alla fine ha potuto cantare vittoria: gli articolo scolastici sono stati sbloccati dal Governo e possono essere regolarmente venduti.
SUPERMARKET, CAMPO LIBERO ALLA CARTOLERIA
Così è stato con la cartoleria che può rappresentare ora un reparto a tutti gli effetti dei supermarket rimasti aperti. Il decreto del Governo inizialmente non aveva previsto il materiale scolastico tra i beni necessari, ma ora è arrivato il dietrofront che sarà inserito nelle Faq (acronimo della dicitura inglese frequently asked questions, ovvero domande più frequentemente poste) che accompagnano il decreto sulle chiusure delle attività. Nelle Faq si fa esplicito riferimento ai gestori di supermarket, rispondendo così alla domanda: “Posso consentire ai clienti l’acquisto anche di beni diversi come, ad esempio, abbigliamento, calzature, articoli sportivi, articoli di cancelleria, giocattoli, piante etc?“. Questa la risposta che spazza ogni dubbio in merito: “Gli ipermercati, i supermercati, i discount di alimentati e gli altri esercizi non specializzati di alimentari vari individuati nell’allegato 1 del dpcm 11 marzo 2020 possono continuare a vendere anche prodotti diversi rispetto a quelli elencati nelle categorie merceologiche espressamente indicate“.