Nelle ore in cui il Governo preparava il nuovo Dpcm, in Italia si è diffusa la paura del lockdown ed è ripartita la “corsa al carrello”. Sono tornate le file nei negozi e ai supermercati, tanto che nel Lazio, ad esempio, sono scattati gli ingressi contingentati. Tra bollettini allarmanti e nuove restrizioni, si torna a fare scorte di beni di prima necessità. Così dagli scaffali spariscono scatolette, pasta e farina. Il panico è innescato, anche se i magazzini sono riforniti e non manca nulla. Federconsumatori Lazio fa notare che “sta aumentando la richiesta di alcuni generi alimentari come farina, lievito, uova, scatolame e latte in polvere per i bambini”. Come riportato da Repubblica, i cittadini stanno facendo incetta anche di pomodori in scatola, tonno e gli alimenti a lunga conversazione. Di conseguenza, si registra un lieve aumento dei prezzi. Per molti è naturale ripensare a quanto accaduto nei mesi scorsi. Ma per i pendolari è un’altra complicazione, visto che per loro è più semplice fare spesa nel weekend.



PAURA LOCKDOWN, RESSA NEI SUPERMERCATI A MILANO E ROMA

La crisi è palpabile e la ressa nei supermercati ne è la fotografia. Non si registrano file e caos solo a Roma, ma anche a Milano. Tra venerdì sera e sabato, spiega MilanoToday, si sono create file davanti ai supermercati Esselunga, Carrefour e Coop. Attese anche nei negozi alimentari e nei panifici di alcuni quartieri di Milano e periferia, anche a causa della maggiore attenzione prestata al contingentamento dei clienti. Il quadro è ovviamente diverso da quello drammatico di marzo, quando le file che si creavano erano mostruose, ma le misure imposte dal nuovo Dpcm potrebbero incidere a livello psicologico e sulla ressa davanti ai supermercati. Afflussi record anche nel Veneziano. Secondo quanto riportato da La Nuova Venezia, le indiscrezioni sulle nuove restrizioni hanno scatenato l’isteria: è stato registrato un incremento del 30% dei clienti. Anche qui migliaia di persone si sono riversate nei principali centri commerciali, supermercati e negozi. Situazione simile è stata registrata anche in altre parti d’Italia, come Firenze.

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