Non appena si pensa che si siano finalmente trovate le contromisure e i vaccini in grado di rallentarlo o fermarlo, il Covid sembra reagire dando vita continuamente a nuove varianti. E’ il caso di quella appena scoperta dai ricercatori dell’Università di Oxford negli Stati Uniti, già definita “super variante”, una mutazione che è il risultato di una ricombinazione di due diversi ceppi del virus e che viene adesso tenuta sotto stretta osservazione, perché potrebbe risultare ancora più devastante della variante Delta.
“Le ricombinazioni di diversi ceppi di un virus sono un fenomeno esistente da sempre”, ci ha spiegato in questa intervista Guido Forni, immunologo e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, “si studiano nei libri di medicina, i casi sono tantissimi. Il problema è che i virus si replicano moltissimo nelle nostre cellule e quando vengono fuori alterati si creano le varianti, come la Delta. Di questa nuova super variante non sappiamo ancora molto, potrebbe essere innocua, ma anche più pericolosa, perché più infettiva della Delta e più resistente agli anticorpi prodotti dall’immunizzazione. Ecco perché va tenuta sotto controllo”.
Secondo recenti studi negli Stati Uniti si sarebbe scoperta una nuova variante i cui effetti ancora non si conoscono. Davanti a cosa ci troviamo di fronte?
Ci troviamo di fronte al naturale processo dei virus, che si replicano moltissimo nelle nostre cellule. La persona infetta produce quantità enormi di virus, qualcuno di questi viene fuori male, alterato. La maggior parte di queste alterazioni non funzionano male. Per fare un esempio, è come se si costruissero un miliardo di automobili, possibile che ce ne sia sempre una o due che esce difettosa. Nel caso dei virus può capitare che qualcuno di essi venga fuori bene.
Quindi cosa succede?
Si tratta in questi casi di varianti pericolose, che insorgono in ogni persona malata. Ogni tanto qualcuna di queste varianti ha un tale vantaggio che la persona invece di contagiare gli altri con la malattia normale, passa loro questa variante, la quale lentamente diventa dominante nella popolazione.
Nel caso della super variante Usa si tratta di una ricombinazione di due diversi ceppi del virus. Cosa significa?
Ogni tanto succede che due virus infettano la stessa cellula e mescolano tra di loro il Dna. Vengono fuori queste ricombinazioni e viene fuori un virus che è la mescolanza di due varianti, che presenta due errori rispetto all’originale, però danno un vantaggio, cioè lo faranno diventare progressivamente dominante.
E’ quello che è successo con la variante Delta?
Ci sono degli studi appositi che vanno a vedere quali sono le varianti, come vengono fuori e come si diffondono nella popolazione. Il problema maggiore si verifica quando ci troviamo di fronte a grandi epidemie. Ad esempio, in India si pensava che la popolazione fosse esente dal Covid, poi si è diffuso in mondo disastroso e nelle persone malate ha preso il sopravvento la variante Delta che è quella che in questo momento ci preoccupa.
Ma la variante Delta è frutto della ricombinazione di diversi virus?
No, nella variante Delta non c’è la ricombinazione, sono avvenuti tanti piccoli errori che, sommati insieme, danno al virus un vantaggio notevole. Diventa cioè meno sensibile agli anticorpi dati dalla vaccinazione o dalla guarigione. In sostanza è circa otto volte meno sensibile rispetto al ceppo originario.
Nel caso di questa nuova super variante che previsioni si possono fare?
Non lo sappiamo ancora, si teme possa essere più pericolosa, perché già la variante Delta infetta di più ed è meno sensibile all’immunità che abbiamo acquisito.
Potrebbe essere più impermeabile ai vaccini?
O addirittura ancora più infettiva della Delta. Il problema è che, se esistono nel mondo delle sacche dove il Covid si sta diffondendo moltissimo, inesorabilmente verranno fuori le varianti. Dove resiste una grossa epidemia, è probabile che si selezionino delle varianti più pericolose.
Quindi siamo tutti ancora a rischio?
Quando uno dice “ci salviamo tutti o non si salva nessuno”, dice una cosa vera dal punto di vista biologico, perché anche se noi ci immunizziamo con la terza dose e siamo ben protetti, improvvisamente può capitare che in Africa venga fuori una variante che ci mette di nuovo in difficoltà.
(Paolo Vites)
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