“SUSANNA RECCHIA ERA ABBRACCIATA ALLA FIGLIA”: LE PRIME DICHIARAZIONI DELLA PM DI TREVISO DOPO IL RITROVAMENTO NEL PIAVE
Secondo le prime informazioni date dalla pm di Treviso Barbara Sabbatini, Susanna Recchia quando è stata trovata morta sull’isolotto nel mezzo del Piave era ancora abbracciata alla figlia di 3 anni: il drammatico epilogo della doppia scomparsa da Miane viene raccontato dagli inquirenti che in queste ore stanno decidendo se procedere con le autopsie dei due corpi, o se confermare direttamente la tesi dell’omicidio-suicidio al momento dominante.
Stando a quanto ricostruito finora, Susanna non si sarebbe gettata dal ponte di Vidor con la figlia, bensì si sarebbero fatte scivolare nel fiume già la notte di venerdì a poche ore dall’allarme dato dal compagno: «E’ evidente che la donna era vittima di quella che viene definita depressione maggiore», ha detto il procuratore trevigiano riportando della possibile malattia psicologica della donna ancora molto difficile da interpretare per gli esperti. Secondo quanto riferito in conferenza stampa, si tratta nel caso di Susanna Recchia della possibile depressione che va immaginare tragedie nel futuro prossimo e che a quel punto porta a gesti estremi «come ad esempio portare con sé quanti si amano». Secondo i sommozzatori, i corpi di Susanna Recchia e della figlia minore della donna sarebbero stati ritrovati ancora abbracciati il che avrebbe convinto gli inquirenti ad aprire il fascicolo di indagine per omicidio-suicidio.
SUSANNA RECCHIA E LA FIGLIA TROVATE MORTE NEL PIAVE: LA TRISTE SCOPERTA STAMATTINA SU UN ISOLOTTO
I timori delle scorse ore sono purtroppo ora triste verità: Susanna Recchia e la figlia di tre anni sono state trovate morte questa mattina a ridosso di un isolotto del fiume Piave nella valle del ponte di Vidor, in provincia di Treviso, zona drammatica conosciuta come “luogo di suicidi” proprio per la particolare violenza del fiume in quell’area. La donna 45enne era scomparsa con la figliolina da Miane venerdì sera e il caso aveva avuto subito i riflettori della cronaca nazionale per via della straziante lettera di addio ritrovata nella casa di Susanna Recchia dal compagno da cui stava cercando la separazione.
L’allarme dato dall’uomo venerdì alle forze dell’ordine ha fatto attivare subito le ricerche in tutta la zona molto prossima a quella dove venne poi ritrovato Alex Marangon, il 25enne originario di Marcon morto pare dopo rito sciamanico (con le indagini però ancora aperte, ndr). L’annuncio della morte di Susanna Recchia e dalla figlia è stato dato stamane dall’assessore di Regione Veneto per la Protezione Civile, Giampaolo Bottacin, confermato poi dalle autorità. Nella prima giornata di ricerche ieri era stata rinvenuta l’auto della donna, una Volkswagen Tiguan bianca, completamente vuota nel paesino di Covolo di Pederobba. È a quel punto che sono scattate le ricerche nell’area di Vidor sul Piave dove purtroppo stamattina i due corpi senza vita sono stati rinvenuti su un isolotto.
DALLA SCOMPARSA ALLA LETTERA CHE FA PENSARE AL SUICIDIO: IL CASO SUSANNA RECCHIA FINISCE NEL MODO PEGGIORE
Oltra a Vigili del Fuoco e sommozzatori, sul luogo del ritrovamento nel Trevigiano è giunta anche la Scientifica per provare a capire le cause della morte di Susanna Recchia e della figlia: l’ipotesi più probabile resta quella del suicidio, specie dopo il tenore della lettera ritrovata dal compagno che era passato lo scorso venerdì per prendere la bimba come faceva di solito per gli accordi presi tra i genitori.
L’auto trovata vicino al Ponte di Vidor aveva poi aumentato i sospetti sull’ipotesi suicidio e poi stamane il ritrovamento nel fiume sembrerebbe “chiudere” il cerchio di una tre giorni drammatica per la famiglia di Miane: nei 5 fogli trovati dal compagno, raccontavano ieri le forze dell’ordine, Susanna Recchia avrebbe annunciato il suicidio dopo il profondo disagio psicologico degli ultimi tempi, accentuato dall’imminente separazione. Sui motivi poi effettivi dell’ipotetico suicidio, le circostanze e la dinamica dei fatti e il ruolo della piccola figlia innocente è ovviamente ancora aperta l’indagine che nei prossimi giorni dovrà ristabilire la verità di una tristissima vicenda dall’epilogo peggiore: Susanna era mamma di 4 figli, faceva l’igienista dentale a Miane e questo è tutto quello che al momento è dato sapere in attesa i sviluppi degli inquirenti. Resta il dramma e il dolore per due vite spezzate, per lo più in quel modo: le condoglianze di tutta la redazione de “IlSussidiario” vanno alla famiglia Recchia e al compagno.