Forse sedata dalla mamma prima della fine: è questa, secondo quanto riporta RaiNews, l’ipotesi che si sarebbe fatta strada sulla figlia di Susanna Recchia, la donna scomparsa a Miane (Treviso) e trovata senza vita nel Piave insieme alla sua bimba di 3 anni. Prima di gettarsi con la sua bambina nelle gelide acque del fiume, la donna, 45 anni, potrebbe averle somministrato una dose importante di un farmaco che la minore avrebbe assunto costantemente per l’epilessia di cui soffriva.
Una forma “non grave”, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera che cita un intervento sulla tragedia da parte del parroco di Miane, che non avrebbe precluso alla piccola un futuro sereno. “Era una bambina serena e solare – le parole del sacerdote –, non era affatto sofferente. I farmaci che assumeva le avrebbero comunque permesso di vivere serenamente la sua crescita e la sua vita futura. Un futuro che purtroppo, però, la madre, travolta dal male oscuro della depressione, non è riuscita a vedere per lei e per la sua piccola“.
Susanna Recchia morta nel Piave con la sua bimba di 3 anni, “Trovate abbracciate”
Susanna Recchia avrebbe deciso di porre fine alla sua esistenza e a quella della sua bimba non gettandosi dal ponte di Vidor, come inizialmente ipotizzato, ma lasciandosi “scivolare” con la piccola in acqua dopo aver raggiunto il greto del fiume. I soccorritori, come ricostruito a margine dell’infausto epilogo delle ricerche di madre e figlia, le avrebbero trovate ancora abbracciate.
Il dramma di Susanna Recchia e della sua bambina è avvolto da una cornice di dolore e silenzi, come quelli di chi sottolinea l’impossibilità di esprimere giudizi su una vicenda terribile e intima come quella che ha portato la donna a uccidersi, portando con sé la figlia di appena 3 anni, dopo aver lasciato a casa una lettera d’addio di 5 pagine. Susanna Recchia era una igienista dentale, ricostruisce Il Corriere della Sera, e l’odontoiatra per cui lavorava ha rilasciato un breve commento sulla tragedia: “Conoscendola, si può definire come un ultimo gesto d’amore“.