In un periodo storico in cui si parla sempre di più di autismo e di aiuto agli studenti in difficoltà, Susanna Tamaro ha deciso di rompere il silenzio – in una riflessione pubblicata sulle pagine del Giornale – su come lei durante l’infanzia e l’adolescenza ha affrontato quel problema su cui, nonostante tutte le discussioni odierne, “non c’è ancora una grande consapevolezza sulla manutenzione del disturbo”. La riflessione di Susanna Tamaro parte proprio dal fatto che quando era piccola lei le persone con autismo non venivano diagnosticate e “prima o poi negli ospedali psichiatrici o a ingrossare le file degli alcolisti”, mentre oggi seppur “ci sono sostegni, programmi speciali e ogni tipo di agevolazione” sembra anche che nessuno “ha messo a fuoco che le scuole, così come sono concepite attualmente – con un eccesso di rumore e di disordine –, sono un fattore altamente destabilizzante“.
Dal conto suo, si ritiene quasi fortunata di essere cresciuta in un periodo in cui “nelle scuole vigevano un ordine e un rigore assoluti: era vietato parlare se non interrogati, urlare era assolutamente inconcepibile né si poteva provocare rumore”. Una ferma “disciplina” che – tralasciando lo “stato di continuo smarrimento e confusione” provocato a Susanna Tamaro dall’autismo – le hanno permesso di “cavarmela pur senza insegnanti di sostegno“.
L’esperienza di Susanna Tamaro con l’autismo: “Ci convivo grazie a ordine, disciplina e obbedienza”
Chi soffre d’autismo, spiega ancora Susanna Tamaro, “accumula livelli di sofferenza particolarmente alti; vivendo immerso in un mondo che non capisce” e mostrando “una fragilità evidente che lo rende non di rado vittima dei bulli”; ma per lei una svolta arrivò quando su “suggerimento di uno psichiatra” ha iniziato a praticare “arti marziali. Non è stato facile, non c’era nulla di più lontano dalla mia natura di persona insicura e timida di quella pratica che mi sembrava molto aggressiva”, ma che con il tempo è riuscita a padroneggiare al meglio capendo – spiega oggi Susanna Tamaro – che “diventare padroni del proprio corpo e dei suoi movimenti nello spazio è un punto fondamentale per chi vive nel disordine neuronale”.
“Vedersi migliorare”, spiega, “fare progressi che sembravano impensabili cura la tragica insicurezza di fondo e stimola ad avere il coraggio di andare avanti”, tanto che “quello che per molti ragazzi al giorno d’oggi è incomprensibile – disciplina, obbedienza, silenzio e ripetitività ossessiva –”, scrive Susanna Tamaro chiudendo il suo ragionamento sull’autismo, “per le persone autistiche è la dimensione ottimale per conquistare fiducia in loro stessi” e che a lei ha permesso di “conquistare una parte di me che pensavo irraggiungibile, donandomi un equilibrio che mi ha permesso di affrontare, con coraggio e determinazione, tutte le altre grandi sfide della mia vita”.