Suso Cecchi D’Amico chi è: una carriera tra letteratura e cinema

Suso Cecchi D’Amico, sceneggiatrice italiana, è la figlia di Emilio Cecchi, noto critico letterario e della pittrice Leonetta Pieraccini. Nata a Roma il 21 luglio 1914, cresce in una famiglia in cui l’arte e la cultura è al centro della vita quotidiana. Dal padre eredita il grande amore per la letteratura inglese che la portò a trasferirsi a Cambridge, dove Cecchi si dedica ad un’intensa attività di traduzione dei grandi classici della cultura anglosassone.



Più tardi, l’amore per il cinema diventa un richiamo troppo forte per Cecchi D’Amico che esordisce con la sceneggiatura di Avatar, tratto da un racconto di Théophile Gautier. Tuttavia il progetto non vide mai la luce, ma questo è stato per lei solo un punto di partenza. Da quel momento, Suso cominciò a collaborare con il regista Luigi Zampa grazie al quale conobbe artisti del calibro di Anna Magnani, con la quale strinse un bellissimo legame. Nel 1947, vince il Nastro d’argento per il miglior soggetto per il film Vivere in Pace. Il successo arriva lavorando con registi del calibro di Federico Fellini per il film Il delitto di Giovanni Episcopo e di Ennio Flaiano per la pellicola Roma città libera. Indimenticabili le sceneggiature di Ladri di biciclette (1948) e Miracolo a Milano (1951). Sessant’anni di carriera, Suso è stata definita “la gran signora” del cinema italiano.



Suso Cecchi D’Amico com’è morta

Suso Cecchi D’Amico muore a Roma il 31 luglio 2010, in seguito a una lunga malattia all’età di 96 anni. I funerali si sono svolti il 2 agosto nella chiesa di Santa Maria del Popolo. A esprimere cordoglio per la famiglia dell’attrice anche Giorgio Napolitano che la definì “grande protagonista delle stagioni più alte della storia del cinema italiano“.

A rendere onore alla madre, la figlia Caterina D’Amico che, ai microfoni del Messaggero, dichiarava: “Mia madre era una persona intelligente, curiosa, pratica, che con grande allegria imparava le cose e si concentrava per farle al meglio. Basta vedere come ricamava… Mentre si disinteressava nel modo più totale della cucina. Non ha mai cucinato in vita sua“.