In occasione della morte di Dino Risi, avvenuta alcuni giorni fa, si è parlato della produzione cinematografica di questo regista . Ho rivisto “Il Sorpasso” , che è giudicato da molti (quorum ego) il capolavoro di Risi (insieme forse con “Il Giovedì”). Questa ennesima visione mi ha suggerito la considerazione seguente, che mi sembra originale (se mi sbaglio , chiedo scusa): la storia in effetti parla di una “tentazione” diabolica (azione diabolica ordinaria, secondo l’esorcista De Tonguedec, citato in G. Amorth : “Nuovi Racconti di un Esorcista”, EDB; 13° Edizione, 2005; pag. 60) . La tentazione avviene per il tramite di Bruno Marchetti (Vittorio Gassman) nei confronti di Roberto (Jean-Louis Trintignant) . Bruno forza Roberto alla ricerca del potere attraverso la conoscenza: conoscere il mondo verso il quale Roberto ha un approccio timido e problematico (cioè giusto), mentre Bruno ha un approccio sfrontato e cinico.
Roberto cede molto a malincuore a Bruno e, in occasione del “sorpasso” muore: muore solo Roberto, non Bruno! Come nelle tentazioni a cui fu soggetto lo stesso Gesù (Mt : 4:1-11: «non di solo pane [..]. non tentare il Signore Di tuo […] adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto» ). Il diavolo tenta con la ricchezza, il potere, la bestemmia . Non è un tema da approfondire?
Un caro saluto in Gesù e Maria,
Vito Patella
Tentazioni diaboliche
Essendo un fruitore limitato di cinema, né tanto meno un esperto, non mi sento di esprimere giudizi di fondo su “Il Sorpasso” ( ricordo che a suo tempo mi piacque); tuttavia, l’interpretazione di Vito mi sembra interessante, sull’originale mi astengo, per le ragioni anzidette. Spero quindi che sul film e la sua interpretazione intervengano esperti e appassionati di cinema, limitandomi a sottolineare alcuni punti di carattere generale.
Il primo riguarda la tentazione: cosa distingue la tentazione dall’invito? Tutto ciò che ci circonda è un continuo invito a coinvolgerci, a reagire, e, se non fosse così, non saremmo vivi. Un invito si può accettare o declinare, alla tentazione o si resiste o si cede. Entrambe sono espressione di una libera scelta, ma la semantica nel secondo caso è drammatica, perché qui vi è qualcosa che viene messo a rischio. Anche nelle cose più semplici: la positività di un invitante piatto di spaghetti, la tentazione di una peperonata, pur se qui a rischio è solo la digestione. Quando la posta è più alta, a rischio può essere la vita, come nel film, o l’anima, come nel Faust.
E qui il secondo punto, la tentazione al potere tramite la conoscenza, la tentazione forse per eccellenza, la stessa dell’origine, del peccato originale. Deviazione anche qui da un positivo: “ fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. La conoscenza della verità, che può essere solo la Verità, cioè il Destino per cui l’uomo è fatto.
Quindi l’invito diventa tentazione, e l’adesione una caduta, quando ci porta fuori dalla nostra verità, ci fa deviare dal nostro cammino verso la meta. Questo è vero anche per il non credente, che non sia disperato e non abbia quindi altra meta che l’albero di Giuda o l’annullamento nell’oblio. Il diavolo, il seminatore di discordia, lungi dall’essere una credula invenzione cristiana, è esperienza di ciascuno, che non voglia negare l’evidenza, e non importa come lo chiami. Solo che il cristiano ha con sé la promessa: le porte dell’inferno non prevarranno.
Ed ecco l’ultima osservazione. La problematicità non mi sembra di per sé caratteristica del giusto (al di là di Roberto), anche se fuor di dubbio il porsi domande è la necessaria condizione di partenza. Chi non si pone domande, e pensa di avere tutte le risposte, è il ricco che verrà rimandato a mani vuote. Tuttavia, il giusto, almeno quello che vive di fede, ha in sé la certezza della Salvezza, che non fa sparire, anzi, l’inquietudine che deriva da questo desiderio di infinito ancora insoddisfatto. Questo paradosso, tuttavia, è vissuto da chiunque creda sinceramente in qualcosa, per esempio dal marxista che riponeva la sua salvezza nella futura società perfetta. Eccoci di nuovo al punto del senso, della destinazione, del Destino e della Via ad esso. Sì, decisamente il tema è da approfondire.