All’indomani dell’ondata di vendite su tutte le banche scatenata dai timori per Credit Suisse, l’azionista di maggioranza Ammar Al Khudairy ha cercato di gettare acqua sul fuoco dopo le sue dichiarazioni che avevano innescato la crisi del titolo. Il Presidente della Saudi National Bank ha dichiarato che le turbolenze sul mercato azionario sono “ingiustificate”.
E ha osservato: “Se si guarda a come l’intero settore bancario sia caduto sembra che molti stavano solo cercando un pretesto. C’è stato un po’ di panico, secondo me completamente ingiustificato, sia per Credit Suisse, sia per l’intero mercato azionario”, ha detto su “Capital Connection” della Cnbc.
“Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi del settore bancario dell’Ue e siamo in contatto con le autorità competenti europee e nazionali responsabili della supervisione delle banche”, ha affermato una portavoce della Commissione europea. “Come di consueto – ha aggiunto – non commentiamo i movimenti quotidiani del mercato”.
Secondo gli analisti di Ubs, “i timori riguardanti la solvibilità delle principali banche sono esagerati. Le forti posizioni patrimoniali e la stretta sorveglianza regolamentare sugli istituti di rilevanza sistemica fanno sì che non prevediamo problematiche di solvenza banche principali. Le azioni messe in atto dalla Fdic (Federal deposit insurance corporation, l’ente americano che assicura i conto corenti) e dalla Fed (l’autorità Usa di politica monetaria) dovrebbero ulteriormente ridurre i rischi di liquidità per le banche americane e per le filiali americane di banche estere mentre la posizione di liquidità della maggior parte delle banche europee resta molto forte”. I rischi per chi ha depositi presso la maggior parte degli istituti è “molto basso”, aggiunge Ubs.
I politici della Banca centrale europea potrebbero essere perdonati per aver pensato di aver superato la tempesta. Dopotutto, l’inflazione complessiva nella zona euro ha raggiunto il picco del 10,6% in ottobre; Il mese scorso si attestava all’8,5%. La Bce ha anche frenato i timori di un’altra crisi del debito nell’Europa meridionale con uno schema di acquisto di obbligazioni che ha limitato i costi di finanziamento degli Stati più indebitati. Una recessione ampiamente temuta sembra improbabile ora.
Il crollo della Silicon Valley Bank la scorsa settimana e la disfatta delle azioni di Credit Suisse mercoledì hanno sollevato timori di una ricaduta dal settore bancario all’economia in generale. Ciò ha suscitato dubbi sulla decisione della Bce di aumentare il tasso di interesse sui depositi di 0,5 punti percentuali, come i mercati si aspettavano. Tuttavia, l’urgenza di combattere l’aumento dei prezzi nella zona euro sta crescendo: l’inflazione di fondo, che esclude energia e cibo, è più alta che in America e in aumento. I responsabili politici affrontano un equilibrio particolarmente difficile…
È passata una settimana da quando la Silicon Valley Bank (SVB) è crollata, inviando onde d’urto attraverso i mercati finanziari. Un problema di solvibilità in un istituto di credito americano di medie dimensioni si è trasformato in una rivalutazione globale dei bilanci delle banche. Gli investitori allarmati sono a caccia di altre istituzioni che potrebbero, come SVB, essere vulnerabili.
Un prestito di emergenza a Credit Suisse da parte della banca centrale svizzera fino a 50 miliardi di franchi svizzeri (54 miliardi di dollari) ha rassicurato gli investitori. Come in tutte le crisi bancarie, la domanda più grande ora è “chi sarà il prossimo”? I bilanci opachi e gli imprevedibili colpi di fiducia degli investitori rendono impossibile rispondere a questa situazione. Per sostenere First Republic, un istituto americano di medie dimensioni, una coalizione di grandi banche americane ha detto che vi depositerà 30 miliardi di dollari. Con la paura che attanaglia i mercati, i riflettori potrebbero presto spostarsi su altri.
In effetti, quindici anni dopo la crisi del 2008-2009, nonostante l’approvazione del Dodd- Frank Wall Street Reform and Protection Act e la messa in funzione del Financial Stability Oversight Council la situazione non sembra essere di molto cambiata, sotto il profilo della vigilanza prudenziale.
Negli anni della Presidenza Obama, l’attenzione politica si è gradualmente spostata dalla vigilanza bancaria alla “Obamacare”, ossia alla sanità. Una serie di leggine hanno “picconato” gli strumenti messi in atto, negli Usa, dopo la crisi del 2008-2009. Ora si dovrà riprendere in mano il “libro delle regole” e rivederlo con cura.
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