SVEN-GÖRAN ERIKSSON, MORTO PER CANCRO AL PANCREAS

Lutto nel mondo del calcio: è morto Sven-Göran Eriksson, ex allenatore che ha lavorato anche in Italia in diverse squadre di Serie A. La notizia purtroppo era nell’aria, perché aveva un cancro al pancreas e, di recente, si era congedato con una lettera di addio. Nel gennaio scorso aveva rivelato la diagnosi del cancro terminale e che verosimilmente gli sarebbe rimasto «al massimo» un anno di vita.



La diagnosi era arrivata dopo alcuni controlli, perché mesi prima aveva iniziato ad accusare alcuni disturbi, infatti nel febbraio precedente si era dimesso dal suo ultimo incarico, da direttore sportivo del Karlstad, in Svezia, a causa di quelli che all’epoca aveva descritto come «problemi di salute che sono oggetto di indagine».



A confermare la drammatica notizia della morte di Eriksson è stato il suo agente Bo Gustavsson, tramite il suo agente di pubbliche relazioni nel Regno Unito, Dean Eldredge di Oporto Sports: il primo ha dichiarato che Eriksson è morto lunedì mattina nella sua abitazione, circondato dalla famiglia.

LA LUNGA CARRIERA E IL MESSAGGIO DI ADDIO

La carriera manageriale di Eriksson è stata molto lunga, oltre quattro decenni, a partire dall’esperienza con il Degerfors IF in Svezia prima di assumere la guida dell’IFK Göteborg. All’epoca aveva 30 anni ed era conosciuto a malapena ai giocatori del club, il più importante del Paese, ma non si fece scoraggiare, infatti ebbe un enorme successo, portando il Göteborg a vincere il titolo svedese e la Coppa Uefa nel 1982. Fu scelto dal Benfica e anche qui ebbe successo, vincendo due titoli e raggiungendo un’altra finale di Coppa Uefa nel 1983, persa però contro l’Anderlecht.



La sua stella era in ascesa: passò alla Roma, poi alla Fiorentina, prima di tornare al Benfica, con cui vinse un altro titolo, nel 1990 perse la finale di Coppa Europa contro il Milan. Tornò in Italia per allenare la Sampdoria, con cui vinse una Coppa Italia nel 1994, poi l’esperienza alla Lazio, probabilmente quella più nota, per via dello scudetto del 2000, il secondo per il club biancoceleste. Così divenne uno degli allenatori più apprezzati in Europa, infatti fu scelto come ct dell’Inghilterra, incarico che lasciò nel 2006.

Poi ha continuato a dirigere una serie di club e paesi, tra cui Manchester City, Leicester, Messico e, infine, nel 2019, le Filippine. Nel marzo scorso ha realizzato il suo sogno d’infanzia: allenare il Liverpool ad Anfield, seppur per una partita di beneficenza. «Grazie di tutto, allenatori, giocatori, folla, è stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e della vostra vita. E vivetela. Ciao», il suo messaggio di addio.