Sveva Cardinale alias Paola Catanzaro, chi è: da showgirl a truffatrice
Prima veggente, conosciuto con il nome di Paolo il Mistico, poi da donna, showgirl nota con il nome d’arte di Sveva Cardinale. Lei è Paola Catanzaro, lo scorso dicembre condannata a 6 anni e mezzo per i presunti raggiri ai danni di alcune vittime. In tanti avrebbero versato grosse somme di denaro in favore dell’allora mistico in cambio di benefici “divini” mai ricevuti, per un ammontare – scrive BrindisiReport.it – di circa 4 milioni di euro. A finire nei guai anche il marito della Catanzaro, Francesco Rizzo. Il processo di primo grado per truffa si è concluso lo scorso 19 dicembre 2021 con la sentenza di condanna dopo l’arresto dell’ex veggente avvenuto nel gennaio 2018. Nell’ambito del processo furono emesse sette condanne, la più alta inflitta proprio a Paola Catanzaro considerata dall’accusa la mente del raggiro. Il pm aveva chiesto a suo carico una condanna a 10 anni.
Nei panni di mistico, Paola Catanzaro riuscì a mettere su un gruzzoletto che le permise non solo di eseguire il cambio di sesso ma anche di finanziare una vita da aspirante showgirl, come rammenta un articolo di Fanpage.it del 20 luglio 2018. Pur di apparire in un film, infatti, Sveva Cardinale avrebbe messo su una produzione cinematografica indipendente coinvolgendo anche volti noti come la cantante Mietta. Ormai attrice e showgirl, Paola Catanzaro vide sempre di più accrescere la sua popolarità tanto da essere spesso ospite nei noti salotti della tv nazional popolare.
Sveva Cardinale negò le accuse a Le Iene: il processo
Contemporaneamente alla crescita della popolarità di Paola Catanzaro, alias Sveva Cardinale, molte delle sue vittime iniziarono a prendere consapevolezza del raggiro tanto da rivolgersi al programma Le Iene, il primo a puntare il dito contro la coppia Cardinale-Rizzo. Ai microfoni della trasmissione Sveva negò un suo coinvolgimento nei presunti raggiri legati ad una sorta di setta, il suo “Cerchio magico”: nei panni di mistico e guida spirituale, l’ex veggente era solito riunire i propri adepti in una chiesa sconsacrata nelle campagne di Brindisi dove avvenivano le presunte visioni. E proprio qui le sue vittime, impressionate dalle reazioni del mistico (stigmate comprese) finivano col fidarsi ciecamente, facendosi controllare e manipolare dalla santona. Paola era accusata di avere incassato “grosse somme di denaro” per evitare disgrazie o finanziare “la diffusione del messaggio evangelico”.
L’inchiesta sulla falsa veggente diventata showgirl ha così portato ad un processo in primo grado che si è celebrato nei mesi scorsi presso il tribunale di Brindisi, durante il quale due persone sono state assolte mentre per alcune ipotesi di truffa è scattata la prescrizione in quando commesse prima del 2013. Il giudice, in quella occasione, ha anche stabilito – scrive il Corriere della Sera – la confisca di tre polizze assicurative di 6.000, 20.000 e 53.000 euro, e il dissequestro di una somma in denaro pari a 38.000 euro.