Sarebbe giunto ad un punto cruciale il processo a carico di Sveva Cardinale, nome d’arte di Paola Catanzaro, la quale è da anni imputata con l’accusa di truffa ai danni di persone fragili. Adesso, come riferisce Il Mattino, la donna (al secolo Paolo Catanzaro) fingeva di essere una veggente millantando doti divinatorie e realizzando truffe che le avrebbero fruttato ben 4 milioni di euro. Nei giorni scorsi è giunta la richiesta di condanna da parte della procura a 10 anni di reclusione.



Ad avanzare la richiesta sulla quale ora è chiamato ad esprimersi il giudice, è stato il pm della procura di Brindisi, Luca Miceli. Secondo l’accusa, Paola Catanzaro, diventata showgirl con il nome di Sveva Cardinale sarebbe “promotrice, capo e organizzatore del sodalizio con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle vittime”. Con lei sarebbero finite nei guai altre sette persone con le quali aveva dato vita ad una vera e propria associazione per delinquere. Le parti civili hanno chiesto un risarcimento per 6 milioni di euro.



Sveva Cardinale, le accuse a carico della finta veggente

Potrebbe concludersi con una condanna a 10 anni di reclusione, il processo a carico di Paola Catanzaro (già Paolo, alias “il mistico” e poi Sveva Cardinale nel ruolo di showgirl). Sul banco degli imputati anche il marito Francesco Rizzo per il quale il pm ha chiesto una condanna a sette anni di reclusione. Tra le altre persone  coinvolte, anche la sorella Giuseppina Catanzaro per la quale sono stati chiesti sei anni e sei mesi; stessa condanna chiesta per Giuseppe Conte, quattro anni a testa per le sorelle Anna e Stefania Casciaro, ed infine due anni per Lucia Borrelli e Anna Picoco.



Secondo l’accusa tutti rispondono a vario titolo di aver fatto parte di una associazione per delinquere nella quale proprio Sveva Cardinale avrebbe avuto un ruolo di primo piano, dall’individuazione delle vittime alla pianificazione ed esecuzione delle truffe ai loro danni. Proprio questo avrebbe consentito di incassare “grosse somme di denaro”, scrive il pm, per almeno 4 milioni di euro, con la scusa di evitare ai malcapitati disgrazie varie o per finanziare “la diffusione del messaggio evangelico”. Catanzaro, secondo il Quotidiano di Puglia dovrà rispondere anche di evasione fiscale in quanto avrebbe evaso le imposte dirette per circa 80 mila euro. Insieme al marito, inoltre, avrebbe compiuto azioni tali da “rendere in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva su una polizza di importo di 44mila euro”.