La Svezia sta pensando a leggi sui migranti più severe dopo quanto accaduto prima in Israele e poi a Bruxelles, con l’attentato che ha causato la morte di due suoi cittadini che erano in città per la partita valida per le qualificazioni di Euro 2024. A parlarne, in una intervista a Libero Quotidiano, è stato Jan Björklund, l’ambasciatore in Italia.



“In passato le politiche migratorie sono state troppo generose nei confronti dell’immigrazione illegale. Le regole si stanno facendo più dure, molti dei rifugiati presenti ora in Svezia rimarranno mentre altri verranno rispediti indietro”, ha chiarito. L’attentatore di Bruxelles, Abdesalem Lassoued, era arrivato a Lampedusa nel 2011, poi era riuscito ad approdare a Stoccolma, dove però non era stato accettato. “Per quanto riguarda l’immigrazione io penso che la Svezia viva la stessa situazione dell’Italia. Arrivano rifugiati che hanno certamente buone ragioni per scappare e a cui è permesso di venire ma chiedono ospitalità anche molti migranti che non hanno lo stato formale di rifugiati e la Svezia come l’Italia e il resto d’Europa cerca di trovare soluzioni. È un problema che si ripropone da anni”.



Svezia, leggi sui migranti più severe: il commento dell’ambasciatore Björklund

Jan Björklund, a proposito delle leggi sui migranti in Svezia, ha confermato che l’allerta è alta. “Il livello di allarme è stato alzato la scorsa estate, dopo una serie di attacchi alle sedi diplomatiche estere e dopo le minacce ricevute da varie organizzazioni terroristiche islamiche. Non abbiamo una specifica minaccia di allerta esclusivamente destinata all’Italia, l’ambasciata è però in continuo contatto con la polizia. Viviamo in un mondo in cui ci sono molti conflitti e la conseguenza è che il terrorismo sfortunatamente esiste. Non voglio spaventare nessuno ma pensiamo tutti alla nostra sicurezza”.



È proprio in virtù di ciò che la Svezia sta valutando come muoversi anche in relazione al conflitto in Medio Oriente. “La decisione di riconoscere lo Stato della Palestina è stata presa dal precedente governo nel 2014. I partiti politici presenti nell’attuale governo si opposero, L’esecutivo in carica non ha espresso una posizione né ha ancora ipotizzato un cambiamento in questo senso, tuttavia quel che è certo è che ci sia una discussione in corso”, ha concluso.