La Svezia pensa a scuole e centri arabi per consentire l’integrazione dei nuovi cittadini musulmani arrivati nel Paese in seguito alle migrazioni. “Stiamo vivendo un ricambio di popolazione. Puoi pensare a quello che vuoi… Ma è semplicemente un fatto. Questo è in realtà quello che stiamo attraversando, e in qualche modo dobbiamo affrontarlo” ha affermato Jim Frölander, responsabile dell’integrazione nel comune di Filipstad in Svezia, parole riportate da Panorama. Proprio la contea di Värmland, in cui si trova tale comune, tra il 2012 e il 2018 ha visto l’emigrazione di circa 640 cittadini svedesi. Al loro posto sono giunti 963 nuovi cittadini nati all’estero.



Come si legge su Panorama, i docenti dell’Università di Malmö sostengono che “Occorrono nuove strutture educative in cui i migranti possano studiare nella loro lingua madre, in particolare l’arabo, visto che lo svedese ormai è una lingua minoritaria”. Le statistiche ipotizzano che gli svedesi potrebbero rappresentare meno della metà della popolazione entro il 2065, mentre nel 2100 il numero di cittadini musulmani dovrebbe eguagliare quello delle persone di origine svedese. Nel 2019, l’88% degli immigrati erano non occidentali e il 52% in particolare erano musulmani.



Scuole arabe in Svezia, aumentano i musulmani ma anche le statistiche dei reati

Panorama osserva che i nuovi arrivati in Svezia sono spesso soggetti anziani, analfabeti oppure con un basso livello di istruzione, che si inseriscono in un contesto sempre più caratterizzato dall’assenza di lavoro e servizi essenziali. Arrivano dai Paesi più disparati, ma specialmente  Siria, Iraq, Somalia, Eritrea, Afghanistan e in gran parte sono musulmani credenti, che domandano più spazio per praticare la loro religione. Non sempre la comunità locale ha accettato la convivenza e in passato si è assistito a scontri con la polizia ed episodi di vandalismo.



Secondo il quotidiano storico della Svezia Folkbl adet, “il parlamento ha deciso all’unanimità nel 1975 che la Svezia doveva essere un Paese multiculturale” ma “a quel tempo, oltre il 40% degli immigrati erano finlandesi”. E parla di un “enorme cambiamento culturale nella popolazione immigrata, visto che il suo gruppo più numeroso è passato dall’essere finlandesi all’essere musulmani”.  Come riporta Panorama, inoltre, le statistiche del Consiglio svedese per la prevenzione del crimine denotano che oltre metà dei reati comuni sarebbero riconducibili alla parte di popolazione immigrata, con un aumento negli ultimi cinque anni del 51% di adolescenti tra 15 e 17 anni che ha subìto violenze, e del 27% di reati sessuali contro donne maggiorenni. In Svezia, la televisione di Stato SVT ha segnalato che il 58% di uomini con condanne per stupro o tentato stupro sia riferibile a immigrati nati al di fuori dell’Europa.