Uno recente studio su Nature aveva gettato molte ombre sulla Svezia e la sua gestione dell’emergenza Covid. Ma secondo le stime effettuate dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pur non avendo imposto il lockdown ai cittadini, ha registrato meno morti Covid. L’analisi indica come dei 194 paesi esaminati, la nazione scandinava si piazza al 101esimo posto in classifica con un tasso di mortalità di 56 per 100mila persone, quindi al di sotto della media di 90. Invece il Regno Unito ha registrato 109 morti per 100mila abitanti, la Spagna 111 e la Germania 116.
Dunque, la Svezia ha registrato uno dei tassi di mortalità più bassi in Europa per quanto riguarda la pandemia Covid, nonostante il suo rifiuto di imporre chiusure e restrizioni. Questa scelta ha scatenato diverse polemiche. Nel 2020, infatti, anziché affidarsi ai consigli della comunità scientifica, decise di non chiudere, ma di affidarsi al buon senso dei cittadini. Questa analisi dell’Oms, dunque, evidenzia la bontà della scelta fatta, a dispetto delle critiche.
I NUMERI CHE PROMUOVONO LA GESTIONE COVID DELLA SVEZIA
La Svezia, secondo le stime dell’agenzia sanitaria dell’Onu, ha un tasso di morte per pandemia Covid al di sotto della maggior parte delle altre grandi nazioni europee che invece hanno chiuso più volte, a partire dall’Italia, il primo Paese al di fuori della Cina travolto dal Covid e a introdurre il lockdown. L’Italia ha un tasso di mortalità per Covid i 133 per 100mila persone, superiore anche a quello di Portogallo (100), Olanda (85), Belgio (77) e Francia (63). Ma per un’analisi più precisa è importante effettuare un confronto anche tra le nazioni vicine.
Ad esempio, la Svezia è comunque andata peggio di altri paesi scandinavi. La Danimarca ha registrato solo 32 morti in eccesso su 100mila abitanti, la Norvegia una in meno su 100mila. Di fatto, anche se la Svezia ha deciso di non aderire alle restrizioni più dure, quando sono aumentati casi e decessi, ha comunque introdotto delle misure severe, come il divieto di gruppi di 8 o più persone, limite al numero delle persone nelle palestre e nei negozi, coprifuoco alle 20 per pub e ristoranti. Da valutare però le ragioni di tali differenze.