La Svezia è pronta a inasprire di nuovo la sua politica migratoria. In futuro, gli stranieri che non si comporteranno in modo “onorevole” e non avranno “uno stile di vita corretto” saranno espulsi dal Paese. Il progetto di legge stabilisce un elenco di criteri per stabilire quando ciò deve verificarsi. «Solo i cittadini svedesi hanno il diritto illimitato di risiedere in Svezia», ha dichiarato il governo di coalizione liberal-convergente con il partito che lo sostiene, i Democratici di Svezia, nazionalisti di destra, presentando in conferenza stampa il progetto che vuole imprimere una nuova svolta sull’asilo. In pratica, il ritiro del permesso di soggiorno equivarrà all’espulsione. Visto che le persone provenienti da altri Paesi dell’UE non hanno bisogno di un permesso di soggiorno, sarebbero colpiti solo i cittadini di Paesi terzi, stando a quanto ricostruito da Welt.
Il progetto di legge è al vaglio di una commissione. Gli aspetti da chiarire non mancano: non è ancora chiaro come si definisca esattamente uno “stile di vita scorretto”. Il governo ha fatto come esempi la frode previdenziale, l’indebitamento, il coinvolgimento in reti criminali, l’abuso di droga e la “fornitura disonesta”. In una bozza si affermava che ciò significava, ad esempio, prostituzione. Ciò ha destato stupore, perché in Svezia è illegale solo “acquistare” prestazioni sessuali, ma non offrirle. Questa formulazione esplicita è stata inizialmente cancellata, ma secondo il democratico svedese Ludvig Aspling non ancora definitivamente. «Un principio fondamentale per vivere in Svezia con un permesso di soggiorno è quello di guadagnarsi da vivere onestamente, e la prostituzione non è un modo onesto di guadagnarsi da vivere», ha dichiarato all’agenzia di stampa TT.
STRANIERI ESPULSI PER COMPORTAMENTI DISONOREVOLI? OPPOSIZIONE INSORGE IN SVEZIA
Dichiarazioni che potrebbero minacciare la democrazia in Svezia sono citate come ulteriore motivo per la revoca del permesso di soggiorno. L’opposizione ha una visione critica di questo progetto di legge. «Lo Stato diventa razzista se le persone con un permesso di soggiorno permanente non hanno lo stesso diritto di criticare le autorità e le istituzioni statali. Se i privati esitano a criticare le autorità perché temono rappresaglie da parte dello Stato, allora abbiamo un grosso problema in Svezia», ha dichiarato Märta Stenevi, portavoce del Partito dei Verdi, all’emittente televisiva SVT.
Rebecca Thorburn Stern, docente di diritto internazionale all’Università di Uppsala ed esperta di diritto dell’immigrazione, mette in guardia dal rischio di una legislazione arbitraria. Ciò porterebbe a una mancanza di certezza giuridica, visto sarebbe difficile definire uno stile di vita onorevole. «Diventa una sorta di incentivo a non dire nulla che si ritiene possa costituire una minaccia per la sicurezza nazionale per non rischiare di perdere il permesso di soggiorno. Dove si dovrebbe tracciare il confine di ciò che costituisce una minaccia, e chi lo decide?».