Il Coronavirus in Svezia adesso sta causando molti morti, soprattutto fra gli anziani nelle case di riposo e così monta la rabbia per l’elevato numero di decessi nelle Rsa che il Coronavirus sta facendo in Svezia, cioè in un Paese che ha deciso di non imporre alcun tipo di lockdown per combattere la pandemia affidandosi a semplici raccomandazioni del Ministero della Sanità ai cittadini.



Tra queste alcuni vincoli circa le visite nelle case di riposo, ma evidentemente è troppo poco e così cresce l’indignazione e la protesta circa una pandemia che dalle parti di Stoccolma è stata affrontata in modo sbagliato. Circa un terzo delle 1.511 vittime finora registrate in Svezia, ovvero più di 500, vivevano in case di riposo, un fenomeno che adesso preoccupa l’Agenzia per la salute pubblica svedese.



In Svezia ci si faceva vanto del fatto che non ci si fermava per il Coronavirus, anche con battute non esattamente simpatiche verso il dramma dell’Italia, ora invece anche nel Paese scandinavo la situazione è seria e la polemica politica infuria.

CORONAVIRUS SVEZIA: NESSUN OBBLIGO DI GUANTI E MASCHERINE NELLE CASE DI RIPOSO

Solo nell’ultima settimana il premier socialdemocratico Stefan Lofven ha ammesso di non aver fatto abbastanza, ma ormai il danno è fatto e da giorni aumenta la pressione sull’esecutivo affinché dia una risposta ai cittadini sempre più allarmati. Addirittura ancora oggi gli operatori sanitari che lavorano nelle Rsa in Svezia non hanno l’obbligo di indossare materiale protettivo come mascherine e guanti, a meno che non sospetti di avere a che fare con un ospite contagiato dal virus.



Sulla stampa svedese solo negli ultimi giorni iniziano ad apparire numerosi articoli e servizi sul violento impatto del Coronavirus tra gli anziani, con centinaia di contagi soprattutto nelle case di riposo di Stoccolma ma anche nel resto del Paese.

“Questa è la nostra grande area problematica”, ha ammesso Anders Tegnell, l’epidemiologo dell’Agenzia per la salute pubblica svedese ideatore dell’approccio morbido adottato dal governo, che adesso è nel mirino della critica e dell’opinione pubblica.

CORONAVIRUS SVEZIA: LA RABBIA DI FAMILIARI E DIPENDENTI DELLE CASE DI RIPOSO

Il Guardian ha raccolto la testimonianza di Magnus Bondesson, un cittadino che ha cominciato a preoccuparsi poco dopo il 3 aprile, giorno in cui sono state vietate le visite alla casa di riposo dove vive sua madre 69enne, nella città di Uppsala. L’istituto ha “introdotto le chiamate via Skype ed è stato allora che ho visto due dipendenti – ha raccontato Bondesson al Guardian -. Ma non avevano nessuna mascherina e non indossavano i guanti”.

Lo stesso premier ha riconosciuto adesso che la Svezia si trova davanti ad una “situazione seria” riguardo alle sue case di riposo, i cui dipendenti sono sul piede di guerra: “Dove lavoro non abbiamo affatto mascherine e siamo in contatto con le persone più vulnerabili di tutte – spiega al Guardian un operatore che ha voluto mantenere l’anonimato -. Non abbiamo disinfettante per le mani, solo sapone. Questo è tutto, siamo tutti preoccupati”.

Un’infermiera intervistata dall’emittente svedese SVT non ha dubbi: “La cosa peggiore è che siamo noi, i membri del personale, a portare l’infezione agli anziani. È uno scandalo”.