In Svezia il governo sta valutando di introdurre una regola nei confronti degli immigrati: per poter vivere al fianco degli svedesi non devono avere delle carenze. Come si legge su France24, in Svezia vige il governo di destra presidiato dal primo ministro Ulf Kristersson, al potere da un anno grazie al sostegno dei democratici svedesi di estrema destra, promettendo di reprimere criminalità e immigrazione. “Un prerequisito per un’integrazione riuscita è che le persone che vogliono vivere in Svezia rispettino anche le norme fondamentali e vivano in modo onesto e ben educato”, sono le parole del ministro dell’Immigrazione Maria Malmer Stenergard in occasione di una recente conferenza stampa.



Paulina Brandberg, ministro per l’uguaglianza di genere della Svezia, ha invece spiegato ai giornalista che il governo sta valutando di rivedere la legislazione svedese di modo da poter determinare se ci siano degli specifici motivi per revocare i permessi di soggiorno. Ha quindi elencato dei potenziali esempi di “carenze negli stili di vita” che potrebbero indurre la Svezia a “deportare” gli immigrati, come ad esempio frodi previdenziale, debiti, mezzi di sussistenza disonesti, abuso di sostanze stupefacenti, nonché associazioni con reti criminali o gruppi violenti ed estremisti “che minacciano i valori fondamentali svedesi”.



SVEZIA, STRETTA SU IMMIGRATI E CITTADINANZE: LE PAROLE DI ASPLING E STROMMER

Brandberg ha aggiunto che la revisione esaminerà anche “se sia possibile e appropriato includere dichiarazioni che minacciano seriamente i valori democratici fondamentali svedesi”, precisando che “Se c’è qualcosa di diverso dai valori democratici che desideri, allora semplicemente non è qui che dovresti vivere”. Ludvig Aspling, portavoce dell’immigrazione per i Democratici svedesi sottolinea: “Un principio fondamentale della legge svedese sull’immigrazione è che solo i cittadini svedesi hanno il diritto incondizionato di risiedere in Svezia”.



A capo di questo “progetto”, è stato nominato Robert Schott, ex giudice, e completerà il suo lavoro entro la metà di gennaio 2025, quindi fra poco più di un anno. Gunnar Strommer, ministro della giustizia, è invece intervenuto presso Sveriges Radio annunciando un’altra indagine con l’obiettivo di aumentare i poteri per quanto riguarda la revoca della cittadinanza, possibile ad esempio se si hanno commesso crimini gravi come ad esempio il terrorismo, oppure si ha ottenuto la cittadinanza attraverso bugie o il pagamento di tangenti. In Svezia sono stati accolti numerosi immigrati a partire dagli anni ’90 in particolare provenienti da Jugoslavia, Siria, Afghanistan, Somalia, Iran e Iraq.