La sostenibilità come motore dello sviluppo. La questione dei modelli economici che includono fattori di sostenibilità, qualità della vita e capitale naturale nella determinazione dello sviluppo e del benessere, nelle valutazioni economiche e politiche di un paese o di una regione è da molti anni oggetto di dibattito. Il contesto attuale caratterizzato da scenari geopolitici e sociali molto complessi ha riportato il tema della sostenibilità dello sviluppo all’attenzione dei governi e del mondo scientifico.
Se ne occuperà anche il terzo Forum regionale per lo Sviluppo sostenibile in programma sabato 22 ottobre a Milano dalle 9.30 all’Auditorium Testori a Palazzo Città di Lombardia. L’appuntamento, promosso dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà, punta a far emergere come la transizione ecologica che stiamo vivendo possa essere governata e quali modelli debbano ispirare chi governa.
Sarà un’occasione di confronto che metterà attorno al tavolo soggetti impegnati a livelli diversi su questi temi. Interverranno, infatti, il ministro delle Infrastrutture della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini; la presidente della Commissione per i problemi economici del Parlamento europeo, Irene Tinagli; la rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni; Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata; il presidente e amministratore delegato di PwC Italy, Giovanni Toselli; il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, e l’assessore regionale all’Ambiente, Raffaele Cattaneo. “La sfida da affrontare non è semplice, ma è altrettanto vero che non può essere rinviata”, come sottolinea Fabrizio Piccarolo, direttore generale della Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
L’attenzione all’ambiente come fattore decisivo di ogni azione di sviluppo anche economico. Oltre le dichiarazioni di principio come si può declinare questo programma?
Il Forum prosegue il suo lavoro a partire dalla strada che Papa Francesco ci ha indicato nella Laudato si’. Cito in particolare un passaggio dell’enciclica su cui vogliamo soffermarci quest’anno: “La crescita economica tende a produrre automatismi e ad omogenizzare. Per questo è necessaria un’ecologia economica, capace di indurre a considerare la realtà in maniera più ampia. Infatti, la protezione dell’ambiente dovrà costituire parte integrante del processo di sviluppo e non potrà considerarsi in maniera isolata”.
Come si traduce questo richiamo?
Alla luce di questa preoccupazione espressa dal Papa vogliamo affrontare la questione dei modelli economici, dei nuovi paradigmi economici. Il dibattito su come inserire gli indicatori della sostenibilità nei modelli economici è in corso da tanti anni, in realtà da decenni. Adesso l’evoluzione del quadro politico ed economico mondiale, con la pandemia prima e ora con la guerra, senza dimenticare la sfida dei cambiamenti climatici, ripropone con maggiore urgenza la necessità di considerare la sostenibilità un elemento imprescindibile in qualunque progetto di sviluppo economico.
Guardando alle esperienze in atto a che punto siamo rispetto a questo obiettivo?
Le teorie, gli studi, le proposte a livello scientifico sono tante. Il modello che proponiamo e a cui ci ispiriamo è quello che Regione Lombardia porta avanti basato sulla sussidiarietà, che significa partecipazione dei soggetti sociali e dei corpi intermedi a questa transizione ecologica, a questo nuovo modello economico di sviluppo sostenibile. Partiamo dalla convinzione che coniugare sviluppo e sostenibilità è possibile, ma soprattutto che la sostenibilità può davvero diventare il motore dello sviluppo. Di conseguenza tutte le politiche e gli interventi che si fanno a sostegno dello sviluppo economico devono sempre di più partire dalla sostenibilità
Ci può portare qualche esempio di quanto si sta già facendo a livello regionale in tale direzione?
Anzitutto, sul piano del metodo, ormai da diversi anni – e il Forum per lo sviluppo sostenibile ne vuole essere la testimonianza – è in atto questo processo di coinvolgimento dei diversi soggetti sociali in un’ottica di sussidiarietà. Sia attraverso il tavolo per l’economia circolare, che mediante il protocollo d’intesa per lo sviluppo sostenibile la Regione ha voluto rendere parte attiva imprese, associazioni di categoria, terzo settore e in genere tutti i soggetti che hanno un ruolo economico e sociale sul territorio lombardo, creando un punto di confronto, di dialogo e di proposta proprio per attuare le politiche ambientali.
E a livello di contenuti?
La Regione sta lavorando su tanti fronti, primo fra tutti il nuovo Piano regionale energia, ambiente e clima che in queste settimane sta per essere ultimato e approvato. Ma penso anche al nuovo piano per l’economia circolare che aggiorna il piano rifiuti regionale. Si sta, poi, lavorando a una nuova legge sul clima particolarmente innovativa, perché prende le mosse da tutta la nuova attività normativa europea e dalle direttive europee del Green Deal.
(Piergiorgio Chiarini)
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