Stipendio record fino a 17mila euro al mese per i camerieri in Svizzera: questa la cifra delle retribuzioni che, oltralpe, alcuni dipendenti incasserebbero sulla base del “volume d’affari del locale” in cui prestano servizio ai tavoli. A riportare uno spaccato “dorato” del mondo del lavoro all’estero, che per l’Italia ha il profumo di un film di fantascienza, è l’agenzia Agi, secondo cui a pagare tale importo sarebbe una serie di ristoranti sul lago di Zurigo di proprietà di due imprenditori, Michel Péclard e Florian Weber.
I titolari, che vanterebbero un impero di circa 16 locali nel Paese, avrebbero deciso di adottare una politica che, nel lungo periodo, si tradurrebbe nell’affermazione di un modello che spinge i dipendenti a percepire come propria l’azienda in cui lavorano. E a giudicare dai numeri, stando a quanto riportano le cronache, il tempo gli avrebbe dato ragione. Gli stipendi dei camerieri alle dipendenze dei due imprenditori sarebbero “indicizzati” al giro d’affari del locale, una sorta di “premio di produzione” come sottolinea la rivista Gambero Rosso.
Camerieri con stipendio record in Svizzera: il modello di due imprenditori fa lievitare i salari fino a 17mila euro al mese
La coppia di imprenditori che avrebbe adottato questa via per pagare i propri dipendenti, riporta ancora Agi, ha dichiarato che “questo modello porta i dipendenti a lavorare come se l’azienda non appartenesse a noi ma appartenesse a loro”. Una specie di gestione condivisa che avrebbe fatto lievitare i salari dei camerieri fino a 17mila euro al mese. La cifra, al netto dell’Iva, oscillerebbe tra il 7 e l’8% dell’incasso complessivo mensile.
La scelta sarebbe dettata anzitutto dalla carenza di personale nel settore della ristorazione, un’emergenza che tiene banco anche in Svizzera e che, con il sistema adottato da Michel Péclard e Florian Weber sarebbe in buona parte contenuta. Si parla di uno stipendio che nei loro ristoranti arriverebbe a 16.500 franchi, ma le cifre sulle quali si attesterebbero le retribuzioni di altri camerieri non sarebbero di troppo inferiori. “Parliamo di stipendi che vanno dagli 8mila ai 12mila franchi al mese, a fronte dello stipendio minimo, garantito contrattualmente, che ammonterebbe a 3.750 franchi” ha dichiarato Péclard a un settimanale svizzero. Ma ci sarebbe chi storce il naso, riporta Gambero Rosso, davanti a questa specie di “Eldorado” per le tasche dei lavoratori. Tra queste voci critiche figurerebbe Unia, il sindacato interprofessionale svizzero, che avrebbe sollevato una questione in merito alla quota di aumenti destinati ai dipendenti: “Non siamo affatto contrari ai salari maggiorati, ma ci chiediamo se collaboratori ricevano una quota ragionevole degli utili oppure se su di loro venga trasferito solo il rischio d’impresa che, invece, spetterebbe all’imprenditore“.