La crisi migranti scoppia anche in Svizzera. Sotto pressione in particolare il Ticino: i centri federali sono pieni, dunque la pressione migratoria si sta spostando sui Cantoni. In poco meno di tre settimane, al Ticino sono stati attribuiti 124 richiedenti asilo. «Se pensiamo che in tutto il 2021 erano state attribuite al nostro Cantone circa 270 persone, significa che adesso, in pochissimo tempo, abbiamo ricevuto quasi la metà delle persone dello scorso anno», spiega al Corriere del Ticino Renzo Zanini, a capo dell’Ufficio dei richiedenti asilo e dei rifugiati del Cantone. Un dato che evidenzia la portata dell’ondata migratoria con cui sta facendo i conti anche la Svizzera.



La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ogni settimana registra in media mille domande di asilo dei migranti “ordinari”, più altre 800 dei rifugiati ucraini. Questi numeri così alti si ripercuotono sulle attribuzioni poi ai Cantoni. Zanini ricorda che in Ticino quest’anno sono arrivati 377 richiedenti asilo, di cui 50 minorenni non accompagnati. I Cantoni non solo sono chiamati ad accogliere un numero sempre maggiore di migranti, ma devono anche agire in tempi molto brevi.



CRISI MIGRANTI IN SVIZZERA: “FATICHIAMO A TROVARE ALLOGGI”

«La priorità fondamentale è riuscire a trovare un alloggio per tutti coloro che vengono attribuiti al Ticino. Nelle ultime settimane, però, abbiamo trovato alcune soluzioni supplementari», aggiunge Renzo Zanini al Corriere del Ticino. Ad esempio, mercoledì è stata riaperta Perfetta di Arzo, una struttura che aveva ospitato i profughi ucraini mesi fa. Ma è stata anche avviata una collaborazione con pensioni sul territorio. Per i minorenni non accompagnati invece si sta realizzando uno spazio nel Locarnese, visto che i foyer di Cadro e Arbedo Castione hanno raggiunto i limiti di capacità. La vera sfida sono proprio i minorenni. Per gli adulti e le famiglie la priorità è la ricerca di un alloggio, invece per i minorenni va individuata una struttura idonea e che il personale garantisca loro attenzione mirata e intensiva. La situazione, dunque, è a dir poco complicata in Svizzera. «Cerchiamo di reagire prontamente, ma stiamo facendo fatica a reperire alloggi». Si lavora alla giornata con mesi impegnativi all’orizzonte. «Secondo le ultime stime della SEM, infatti, la pressione migratoria rimarrà elevata», conclude Zanini.

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