La Svizzera approva nuova ordinanza che entrerà in vigore da gennaio 2025, sarà vietato coprire il volto nei luoghi pubblici. I trasgressori saranno puniti con una multa fino a mille franchi, equivalenti a circa 1600 euro. Questo provvedimento ovviamente interesserà anche le donne che per motivi religiosi indossano il burqa ed il niqab, i due tipi di velo islamico che lasciano scoperti solo gli occhi. La decisione è stata presa a partire da una iniziativa della destra conservatrice già avviata solo nel Ticino e nel Canton San Gallo, che ha poi ottenuto il favore del voto popolare per l’applicazione anche negli altri Cantoni.
La motivazione, oltre ad essere quella di garantire una maggiore sicurezza per il riconoscimento in luoghi frequentati come strade, trasporti, uffici, negozi, ristoranti, eventi sportivi e spettacoli, è stata anche sostenuta da alcuni movimenti femministi e liberali per favorire una maggiore libertà alle donne oltre ad una necessità di allineamento con altri paesi europei che già da tempo hanno adottato le stesse misure. Se da una parte la legge “anti-burqa” è stata accolta positivamente dalla maggioranza dei cittadini, sono arrivate pesanti critiche da parte dei movimenti islamici più conservatori e radicali, che hanno già annunciato proteste perchè considerano la norma discriminante e razzista.
Svizzera, approvata legge che vieta il burqa da gennaio 2025 in tutti i Cantoni, proteste dalle comunità islamiche
La legge che vieta il burqa in Svizzera, promossa dai partiti conservatori di destra e democratici di centro destra, ha principalmente come oggetto il divieto di nascondere il viso in pubblico, mentre indumenti coprenti possono continuare ad essere indossati in alcune occasioni, ad esempio all’interno dei luoghi di culto e nelle manifestazioni a carattere religioso oltre che a bordo degli aerei. La norma però nonostante sia stata accolta favorevolmente dalla maggioranza dei cittadini, ha portato ad una serie di polemiche e controversie, specialmente arrivate dalle comunità islamiche promotrici dell’uso del velo integrale e dai partiti dell’opposizione più liberali.
Secondo alcuni esponenti del partito socialista infatti, si tratta di un provvedimento discriminante ed islamofobico che prende di mira determinate donne “imponendo loro come vestirsi in nome della libertà“. Come riporta il sito Swissinfo, a protestare è stata anche la federazione nazionale per il turismo, che ha sottolineato che questo divieto ridurrà drasticamente la presenza dei visitatori provenienti dagli stati arabi del Golfo, e di conseguenza una perdita economica per tutto il settore.