I consumi di cocaina in Svizzera sono arrivati a livelli record, il paese, nelle città di Berna, Zurigo, Ginevra e Basilea registra i numeri più elevati rispetto agli altri paesi europei. Ora il governo federale discute una soluzione, che in linea con quella adottata già per l’eroina 31 anni fa, vede una sorta di legalizzazione della sostanza, per liberare i parchi dagli spacciatori e per tenere sotto controllo la distribuzione. Una riforma che, come riporta La Repubblica, fa discutere molti politici ma anche esponenti della comunità medica e scientifica.



Dopo la pubblicazione di una classifica internazionale, che vede le città svizzere tra i primi 20 posti, seconde solo ad Anversa, che risulta essere il centro dello spaccio europeo con traffici direttamente dal Sud America, il consiglio comunale di Berna ha chiesto di poter aviare un progetto pilota che prevede la distribuzione statale della cocaina. Si tratterebbe del primo caso al mondo,  iniziativa che si spinge in un terreno ignoto, e che potrebbe avere anche risvolti molto pericolosi, come afferma il giornale Le Matin Dimanche, che per primo ha dato la notizia.



Svizzera verso la legalizzazione della cocaina, la proposta del comune di Berna

Le statistiche sul consumo di cocaina in Svizzera e Europa sono state fatte basandosi sull’analisi delle acque reflue, nelle quali convogliano attualmente, solo a Berna, 535 milligrammi di cocaina ogni 1000 persone. Il postulato proposto dal comune quindi, potrebbe essere approvato dal governo e coinvolgere anche le altre città. Questa distribuzione controllata, che in teoria dovrebbe servire a limitare lo spaccio illegale e contrastare i narcotrafficanti, viene promossa anche da alcuni esperti medici che sostengono che in questo modo si possono evitare le sostanze contaminanti e dannose.



I medici contrari affermano invece che un provvedimento del genere potrebbe spingere le persone ad assumere più droga. Ma dal comune di Berna la risposta è stata chiara “gli stupefacenti vengono comunque consumati, anche se sono proibiti“. Il sociologo dell’Università di Ginevra, Sandro Cattacin ha confermato, con parere favorevole, commentando “la via del proibizionismo deve essere interrotta, in questo modo si riduzono anche i rischi“.cic