Riparte dalla moda Sylvie Lubamba. La showgirl sfilerà giovedì alla Milano fashion week. Un nuovo debutto in passerella per lei, dopo aver chiuso con la prigione. Il prossimo Natale saranno trascorsi due anni esatti dalla fine dei quasi tre e mezzo vissuti nei penitenziari di Rebibbia a Roma, San Vittore e Bollate. Tornata a vivere nella periferia dalla mamma, aspetta una chiamata dal mondo della televisione in cui si impose grazie alla trasmissione “Markette” di Piero Chiambretti. «Ho pagato le mie colpe». Nello specifico alberghi a cinque stelle e acquisti pagati con carte di credito non sue. Al Corriere della Sera ha raccontato come ha vissuto in cella. «Ci stai per giorni, settimane, in una situazione sospesa, di incredulità. Ti dici: “Ma no, è un incubo, dai, adesso mi sveglio”. Poi ne prendi atto e, come dire, diventi di pietra». Sylvie Lubamba ha visto detenute infliggersi gesti di autolesionismo, a cui poi si è abituata. «È il carcere. Devi già resistere per salvare la tua dignità. La tua dignità di donna».

SYLVIE LUBAMBA “CON PAPA FRANCESCO HO RITROVATO LA DIGNITÀ”

Sylvie Lubamba è una donna che ama indossare certi vestiti, truccarsi e portare i tacchi, prendersi cura della sua femminilità. Nel carcere tutto questo non esiste. «In cella sei in cinque in uno spazio minuscolo condividendo un gabinetto lì a due metri, e la tua intimità è quella che è, pensiamo soltanto alla gestione dei giorni del ciclo…», ha raccontato al Corriere della Sera. Nell’intervista ha parlato anche dell’incontro col Papa nel carcere di Rebibbia. In quell’occasione molti dissero che era in prima fila a caccia di visibilità. «Annunciarono la visita e dissero: “Scegliete sei uomini e sei donne”. Eravamo duecento detenute, ne parlammo… Dissi che per me era importante, molto importante». Sylvie Lubamba aveva problemi di salute: «Rischiavo di perdere l’utero… Volevo e voglio provare a diventare madre. Le detenute dissero: “Tu vai”. Col Papa, ho ritrovato la dignità, ho ritrovato me stessa. Successivamente mi ricoverarono d’urgenza, due settimane in ospedale, ma andò bene».

SYLVIE LUBAMBA “CARCERE? PROVA TERRIBILE”

Sylvie Lubamba è stata in carcere con ladre e assassine, rapinatrici e truffatrici, ma dei reati non si parla lì. «Tu non dici, gli altri non chiedono. Poi, se partono rapporti di amicizia, ti confidi. Sempre partendo da quando si era bambini, da mamma e papà, dai primi amori. Ci sono azioni criminali che “nascono” nell’infanzia e non lo sai…». Nell’intervista al Corriere della Sera ha spiegato che il carcere l’ha resa più riflessiva e attenta. Lì ha partecipato a qualsiasi corso, uscendo da Bollate col suo piccolo stipendio. Lavorava in cucina come inserviente, dalle 7 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ora le restano i segni di un’esperienza difficile. «Dopo la perdita di un figlio e una malattia grave, è la prova più terribile per una persona». In ogni caso non ha perso il desiderio di tornare in tv. «Se mi venisse offerta la possibilità di uno spazio, anche di piccole conduzioni, o una presenza in un reality, avrei parecchio da offrire, da condividere». Senza rinunciare alla comicità e alla leggerezza, alla sua anima.