Delitto efferato a Reggio Calabria. Un uomo di 43 anni di origine filippine ha massacrato e ucciso la proprietaria di una tabaccheria, quasi decapitandolo con una mannaia, dove si recava a giocare all’Enalotto. L’assassino, definito ludopatico, cioè malato di dipendenza dal gioco, riteneva la donna responsabile del fatto che non riusciva a vincere mai, arrivando a pensare che lo stesse truffando. Un caso che la dice lunga degli effetti che la ludopatia, la mania del gioco compulsivo, sta avendo nel nostro paese, dove tra slot machine, gratta e vinci, superenalotto l’offerta, come ci ha detto in questa intervista il professor Mario Pollo, professore associato di Pedagogia Generale e Sociale della Facoltà di Scienze della Formazione della Lumsa di Roma, “è ovunque e attrae sempre più persone. Con conseguenze, oltre a quella estrema del caso in questione fortunatamente rare, che portano però molta gente a rovinarsi economicamente e alla distruzione di nuclei familiari”. La mania del gioco si perde nella notte dei tempi dell’umanità, è sempre esistita, perché, dice Pollo, “contiene tre elementi: il gusto de rischio che è componente della natura umana, la possibilità di vincere e la sfida al fato, al destino. Sono questi tre elementi che rendono il gioco d’azzardo affascinante”.



BAR TRASFORMATI IN CASINO’

Ma come si arriva alla patologia, alla dipendenza? “Il passaggio alla fase della patologia avviene quando entrano in campo alcuni fattori. Il primo è una concezione diffusa nella nostra cultura ampiamente veicolata da film, letteratura e anche scienza che la coscienza non è più centrale nella vita delle persone, cioè l’uomo non è in grado attraverso la propria coscienza di governare la propria vita”. Di fatto, ci spiega Pollo, “l’uomo si illude di essere libero di scegliere ma non è così. Le nuove dipendenze tra cui il gioco, hanno la funzione di contribuire alla dissoluzione della centralità della coscienza nella vita delle persone”. Un problema educativo insomma: “Non c’è più quel concetto pedagogico di educare la persona a governare la propria vita. L’educazione odierna dice che  i bambini devono essere lasciati liberi di rispondere ai propri impulsi”. Rispetto a una volta c’è da dire che i bar che una volta al massimo avevano un biliardino o un flipper oggi sono delle specie di casinò con slot machine ovunque senza parlare dell’offerta dei cosiddetti gratta e vinci: “Anche internet offre possibilità di gioco infinite. La grande offerta che c’è oggi incide profondamente sul fenomeno. Il giocatore compulsivo passa attraverso tre fasi: quella della vincita iniziale, che di solito ha breve durata. Quella della perdita, dove il giocatore tenta disperatamente di recuperare ciò che ha perso e spende cifre enormi, e quella finale, della disperazione e dell’isolamento. Molti cominciano perché si sono fatti sedurre da inviti pubblicitari, hanno fatto qualche esperienza positiva e come con la droga si stabilisce una dipendenza. Non è vero che l’offerta è indifferente, anzi, se a questo si aggiunge che molte persone hanno difficoltà economiche che pensano di risolvere con il gioco, è la fine”. Come con le sigarette e l’alcol, lo stato ci guadagna: “Sì, ma quello che guadagna poi lo spende per curare le patologie”.



(Paolo Vites)

Leggi anche

Eutanasia Canada, 15mila morti solo nel 2023/ “5% decessi totali”: numeri choc e l’illusione della ‘libertà’