BRUNO TABACCI SALVA (ANCORA) LUIGI DI MAIO: ACCORDO PER SIMBOLO ELEZIONI 2022

Alle Elezioni Politiche del 25 settembre 2022 il nuovo partito di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro, non dovrà raccogliere le firme necessarie per presentarsi ufficialmente alle urne: lunedì 1 agosto dovrebbe esserci la presentazione a Roma dell’accordo politico tra Bruno Tabacci – ex Ministro Dc e responsabile di Centro Democratico – e lo stesso Ministro degli Esteri per un fronte comune che impedisca in questo modo a Ipf di dover in extremis raccogliere le firme in pochissimo tempo, con una formazione politica sul territorio ancora agli albori dopo la recente scissione dal Movimento 5Stelle. In questo modo Tabacci di fatto “salva” Di Maio per la seconda volta in poche settimane: il partito Centro Democratico aveva già permesso agli scissionisti 5Stelle di poter formare i gruppi alla Camera e al Senato per Insieme per il futuro, di fatto “replicando” il sostegno dato a +Europa di Emma Bonino a inizio legislatura.



Ora però, con la scadenza della presentazione di simboli, liste e firme in pieno agosto, l’ex Governatore di Regione Lombardia ha deciso di sostenere Luigi DI Maio forse ben al di là del semplice “prestito” del simbolo di Centro Democratico per le Elezioni anticipate: «Sarà l’evoluzione di Insieme per il futuro», spiegano dall’entourage della Farnesina all’ANSA in merito all’accordo su ampia scala che potrebbe comportare l’inserimento in squadra anche del sindaco di Milano Beppe Sala. Negli scorsi giorni proprio un incontro a tre fra Letta, Di Maio e l’ex manager Expo aveva posto i prodromi per un “campo largo” sul territorio da Nord a Sud con i centristi che potevano sorreggersi sul simbolo di Centro Democratico per iniziare un percorso “continuato” anche dopo le Elezioni.



RENZI (E CALENDA?) “MINACCIANO” IL PD: “NO A DI MAIO, NOI TERZO POLO”

Il regolamento del Viminale recita chiaro: la raccolta firme è necessarie per tutti quei simboli che non hanno avuto rappresentanza in Parlamento nell’ultima Legislatura, o che non hanno ottenuto una deroga dall’ultimo Decreto Elezioni come le liste di LeU, +Europa, Noi con l’Italia e Italia Viva. Di Maio dunque, così come anche Carlo Calenda con Azione se decide di non affiliarsi al Pd, si sarebbero trovati obbligati alla raccolta firma in piena estate e con poche settimane a disposizione: l’accordo Tabacci-Ipf dovrebbe scongiurare quanto basta, ma resta il “nodo” politico ancora tutto da chiarire sui contorni del progetto che avrà il nuovo “centro” con Luigi DI Maio. I primi rumors parlano di possibile collegio uninominale blindato a Modena per il Centrosinistra, il che però ha già scatenato le ire del Pd locale (in dissenso dal Largo del Nazareno), di Renzi e dello stesso Calenda.



«La sinistra apre la campagna elettorale candidando Di Maio e parlando di tasse. La destra di Salvini e Meloni la conosciamo: sovranisti e populisti. C’è un mondo che chiede di votare altro. Noi ci siamo Terzo Polo», ha detto il leader di Italia Viva dando una sorta di “aut-aut” ad Enrico Letta circa la prosecuzione della campagna elettorale. «Gli elettori chiedono coerenza e serietà. Queste elezioni si possono vincere se, come ha fatto Draghi nel suo discorso al Senato, si e’ in grado di dire dei si e dei no e indicare una rotta precisa. Basta aperture ai 5S, basta raccattarsi i 5S. Chiarezza di contenuti e coraggio», fa sapere su Twitter il leader di Azione, ribadendo con ancora più chiarezza, «Discutiamo di quello che volete, ma agli elettori di Azione non possiamo chiedere di votare Di Maio, Bonelli (anti ILVA, termovalorizzatori e rigassificatori) e Fratoianni (che ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi) nei collegi uninominali». L’attacco al Ministro degli Esteri è ancor più netto quando sempre Calenda aggiunge sui social, «è la principale ragione per cui abbiamo specificato che ci impegniamo a candidare a posti di governo solo persone con solide competenze».