I prodotti del tabacco di nuova generazione rappresentano un approccio strategico di riduzione del rischio che può essere utile nella lotta al tabagismo, offrendo ai consumatori la possibilità di usare tabacco e nicotina riducendo in maniera significativa l’esposizione alle sostanze tossiche delle classiche sigarette, ma la Commissione Ue sembra andare in un’altra direzione con una proposta che fa discutere. Dal vaping (sigarette elettroniche) al tabacco riscaldato, cioè da inalazione senza combustione, passando per snus e bustine di nicotina: sempre più autorità di salute pubblica ed esponenti della comunità scientifica internazionale iniziano a guardare con interesse a questi prodotti per il loro potenziale ruolo positivo nella riduzione del rischio per i fumatori adulti che non riescono o non vogliono a smettere di fumare.
Ma a livello normativo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) invita i paesi a includere la regolamentazione delle sigarette elettroniche nell’ambito di un approccio globale al controllo del tabacco, in particolare stimola un approccio duro sui prodotti innovativi del tabacco a cui sembra volersi allineare la Commissione Ue con la sua proposta sul tabacco. Nel mondo, 88 paesi non hanno un’età minima a cui questi prodotti possono essere acquistati, mentre 74 paesi non hanno norme in vigore riguardanti le sigarette elettroniche, che sono invece regolamentate in qualche modo in 121 paesi, inclusi 34 che ne hanno vietato la vendita.
L’Unione europea (Ue) è stata tra i primi attori internazionali a voler introdurre una regolamentazione sui prodotti di nuova generazione per fissare standard di qualità e di sicurezza volti alla tutela dei consumatori. Con la direttiva europea, applicata in Italia dal 2016, sono state introdotte specifiche misure per regolamentare il settore e sono state previste categorie normative specifiche per le sigarette elettroniche e per i prodotti del tabacco senza combustione, proprio in funzione delle loro specificità rispetto ai prodotti del tabacco convenzionali.
PRODOTTI DEL TABACCO DI NUOVA GENERAZIONE: LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE UE
In Europa però è in atto una controversia sui tali prodotti innovativi. Se il Parlamento Ue spinge per un approccio di riduzione del rischio, la proposta della Commissione Ue va in tutt’altra direzione, allineandosi alla posizione dell’Oms, ostile a tutti i prodotti contenenti nicotina a prescindere dal loro profilo di rischio. La proposta trasmessa agli Stati membri, stando a indiscrezioni trapelate sulla stampa, non riconoscerebbe alcuna differenza tra i classici prodotti da fumo e quelli di nuova generazione senza combustione. Inoltre, la proposta prevede che l’Ue debba esprimere una posizione unica, annullando la pluralità degli Stati membri, e che ciò che verrà deciso alla decima Conferenza delle Parti (COP) della Framework Convention on Tobacco Control (FCTC) abbia valore legale e debba essere trasposto in atti comunitari. Infine, si chiede una sorta di “delega in bianco“, di fatto la possibilità di modificare in ogni momento e in qualsiasi direzione la posizione unica dell’Ue.
LE IMPLICAZIONI PER LE PMI E LA QUESTIONE SOVRANITÀ
Numerosi studi scientifici dimostrano come i prodotti di nuova generazione senza combustione, pur non essendo a rischio zero, nel lungo termine possono produrre benefici per gli utilizzatori che grazie ad essi abbandonano le sigarette e per la popolazione nel complesso. Ad esempio, una recente pubblicazione su Nature Medicine evidenzia il ruolo delle sigarette elettroniche nella cessazione e riduzione del danno da fumo. Ma al di là della materia specifica, l’approccio decisionale su cui insiste la Commissione Ue non prevede il coinvolgimento degli Stati membri, rischiando di produrre gravi ripercussioni sui Paesi stessi. Si pone un problema di implicazioni che un approccio di questo tipo avrebbe non soltanto sulla filiera del tabacco e delle sigarette elettroniche, ma anche su intere filiere nazionali che vedrebbero in questo pericoloso precedente una seria minaccia.
L’IMPORTANZA DI FAR VALERE LE RAGIONI DELL’ITALIA
Sono decine di migliaia le persone impiegate nella filiera delle sigarette elettroniche in Italia, che è anche il primo produttore Europeo di tabacco greggio per volumi di produzione, con circa 50.000 addetti nelle fasi di coltivazione e trasformazione primaria. La Conferenza delle Parti dell’OMS è ormai alle porte: dal 5 al 10 febbraio, a Panama, saranno prese decisioni che in qualche modo sono destinate ad avere un impatto per la produzione nazionale. Appare quanto mai urgente che l’Italia sia pronta a far valere le sue ragioni.
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