Davide Tabarelli, presidente di Nomisma, è stato ospite stamane in collegamento di Morning News per parlare del caro gas e di quello che potrebbe accadere durante il prossimo autunno. Da oggi entra in vigore il regolamento dell’Ue per la riduzione dei consumi del gas di ogni paese e in Italia la riduzione sarà del 7 per cento: “Noi abbiamo un peso nel gas nei nostri consumi molto più importante di altri – spiega Tabarelli – e abbiamo un sistema di approvvigionamento più diversificato, ma abbiamo un’aggravante che non ha nessun’altro, che metà dell’elettricità la produciamo col gas. I consumi di gas nei primi sei mesi sono crollati dell’1.7 per cento”.



E ancora: “La bolletta del gas la paghiamo circa 1.3 e 1.4 euro per metro cubo, prezzo determinato con un valore sul mercato da 90 euro per megawattora che c’era prima di giugno poi la Russia ha cominciato a tagliare e attualmente il prezzo è a 200. Se l’autorità dovesse applicare i vecchi meccanismi ci sarà un raddoppio delle bollette in autunno, ci sarebbe un’esplosione dell’inflazione. Il governo ha intenzione di bloccare questi prezzi ma non dimentichiamo che tutto ciò che viene pagato dal governo finisce sul debito”.



TABARELLI: “TETTO AL PREZZO DEL GAS? NON E’ LA SOLUZIONE”

Quindi Tabarelli ha proseguito: “Un tetto al prezzo del gas è un aiuto ma non è risolutivo, la prima idea è stata presentata allo scorso ottobre, quando il prezzo era 80 ed ora è 200 ma ci sono Paesi come l’Olanda che non lo vogliono, tra l’altro all’Olanda dobbiamo chiedere di aumentare subito la produzione del grande giacimento che a Groningen perchè quest’inverno avremo problemi molto seri, ci potrebbero essere giorni in cui tagliare il riscaldamento. Del prezzo del gas se ne discute, l’Italia è riuscita ad ottenere una promessa di una proposta, stiamo chiudendo la strada quando i buoi sono a chilometri di distanza”.



Poi Tabarelli ha concluso sulle fonti rinnovabili e il petrolio: “Le fonti rinnovabili arriveranno tardi, secondo me mai. Sta scendendo il prezzo del petrolio paradossalmente, ma salirà presto perchè non vengono fatti investimenti. Il petrolio in ogni caso ci sta salvando, il prezzo della benzina è sceso sotto 1.8 euro al litro, 40 centesimi in meno rispetto ai picchi post guerra”.