La situazione del gas proveniente da Russia e Ucraina continua a preoccupare. Il conflitto non accenna a fermarsi e porterà delle conseguenze importantissime e impattanti sulla nostra economia, come stiamo già vedendo da mesi. Non solo aumenti ingenti ma probabilmente anche mancanza di materia prima. Il gestore della rete di Kiev, Gtsou, ha ammesso che i flussi di metano che arrivano in Europa tramite Sokhranivka si fermeranno. Il motivo? “Le azioni delle forze di occupazione russe che hanno portato a dei cambi nelle operazioni, incluso il ritiro non autorizzato di gas dal flusso di transito”, spiegano.



Secondo l’Ucraina, parte del gas è stato dirottato dalla Russia verso le regioni separatiste. Quasi un terzo del gas che parte dalla Russia attraversa l’Ucraina: parliamo di quasi 33 milioni di metri cubi al giorno. Secondo Gtsou, è possibile che il gas venga reindirizzato ad un’altra stazione di compressione, ma secondo Gazprom si tratta di un’eventualità non possibile. La preoccupazione è dunque alle stelle e a parlare, a “Fuori dal Coro”, è stato Davide Tabarelli di “Nomisma energia”.



Gas dalla Russia all’Europa, c’è preoccupazione. Parla Davide Tabarelli

“È stata annunciata dall’Ucraina la sospensione di un terzo del flusso di gas che arriva all’Europa. Si verificherà poi domani se questo è vero o no. Siccome ci sono problemi con l’occupazione delle truppe, il gas non arriva. Abbiamo sentito parlare di accordi internazionali. Riescono a sopperire a questa mancanza?” chiede Mario Giordano, conduttore, a Davide Tabarelli, ospite in studio.

Il presidente di Nomisma Energia spiega: “Potranno sopperire a questa mancanza solamente a lungo termine. Nel giro di 3-4-5 anni. Tutte queste cose arriveranno, ci vogliono molti anni. Del gas sottoterra ce n’è tantissimo. Per fare i tubi che portano il gas dalla Russia ci sono voluti cinquant’anni. Il primo è partito nel 1973. Il rigassificatore su terra in Italia è del 1973. Il prossimo inverno dobbiamo stare tutt’altro che tranquilli. La legna forse è un’esagerazione ma dobbiamo raschiare dappertutto quello che c’è. Se facciamo l’embargo dobbiamo razionare”