Si parla di energia e di crisi stamane negli studi di Mattino 5, e in collegamento vi era il numero uno di Nomismà, Davide Tabarelli. Il programma di Canale 5 ha inquadrato alcune trivelle ferme nel mar Adriatico e a riguardo l’esperto ha spiegato: “Diciamo da 50 anni sempre le stesse cose, abbiamo accelerato negli ultimi 30 anni, ma sappiamo da sempre che la politica energetica italiana deve ridurre lo svantaggio competitivo con il resto del mondo. Non abbiamo mai fatto il nucleare poi il gas ci ha creato dei problemi che si sono riversati sulle tariffe”.



“Il gas – ha proseguito – si fa nei posti dove costa pochissimo come nel Nord Africa e in Arabia Saudita, noi dopo l’emergenza russa avevamo detto che una delle principali cose da fare sarebbe stata la produzione nazionale ma è rimasta ferma nonostante gli annunci della politica. Si è un po’ dimenticato e poi i prezzi sono scesi. L’anno scorso noi abbiamo consumato 69 miliardi di metri cubi, ne abbiamo prodotti 3 e importati 6. Con le trivelle ferme arriverebbero 3 o 4 miliardi di metri cubi in più, non fanno la differenza ma lasciarli lì ferme è un delitto economico, tra l’altro siamo i più bravi al mondo a fare questi tipi di impianti”.



DAVIDE TABARELLI: “I PREZZI DEL GAS SONO COMPETITIVI? LO DEVONO DIRE LE IMPRESE…”

E ancora: “I prezzi del gas sono ancora competitivi? lo devono dire le imprese, non la politica. Noi facciamo le tasse pesanti e fermiamo del lavoro per quelle barche che vanno al largo e quegli impianti. Non bisogna dire che le estrazioni nei nostri mari sono insicure – ha aggiunto – se no saremmo tutti morti da un pezzo. Questi impianti ci sono da 70 anni, abbiamo il più grande giacimento su terra di petrolio che stiamo un pochino sfruttando. Quello che viene dagli Stati Uniti via mare è un delitto ambientale. Il mondo vive di 80% di fossili, se fosse vero il danno di estrazione dovremmo chiudere tutto”.



Di nuovi sui prezzi del gas per le imprese: “In ritardo i prezzi di bollette e fatture stanno scendendo ma sono sempre 4 o 5 volte più alte rispetto a quanto pagano negli Usa o in Cina”. Chiusura dedicata alla protesta degli operai dell’ex Alcoa, che non riesce a pagare le bollette energetiche: “Questa protesta va avanti da 20 anni, li abbiamo già visti i camini con gli operai. Questa bellissima pala fa 3 megawat (riferendosi ad un eolico vicino alla stessa ditta ndr), non esiste che si possa fare andare un impianto come un’acciaieria con delle pale eoliche”.