Dopo aver vissuto il lockdown per la pandemia Covid, l’Italia rischia di vivere quello energetico. A lanciare l’allarme è ancora una volta Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il quale non ha dubbi sulla criticità del momento, tanto da parlare di economia di guerra in corso. «Dobbiamo prepararci a misure da austerity come non abbiamo mai visto negli ultimi 50 anni», dichiara nell’intervista rilasciata a Il Giornale. Per Tabarelli il Dl Aiuti non è sufficiente, anche se si tratta del sesto pacchetto di misure cominciate un anno fa, ancor prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. «Ma sono tutte solo misure tampone».
La crisi di governo di certo non aiuta, anche se si tratta di una crisi che nessun governo può affrontare in maniera strutturale, perché «per farlo, servono anni». Per quanto riguarda lo spettro del lockdown energetico, Davide Tabarelli lo definisce «un rischio concreto». E spiega perché: «Se la Russia ci taglia tutte le forniture di gas, potremmo essere costretti per alcuni giorni a chiudere le scuole, gli uffici pubblici e le fabbriche, proprio come durante la pandemia».
“ABBIAMO RISORSE DA USARE PER ENERGIA MA…”
Lo scenario è a dir poco preoccupante, anche perché l’attualità mostra che «l’Italia, con le rinnovabili, è scesa dall’80% al 74% di dipendenza dall’estero. Un risultato un po’ misero dopo 30 anni di investimenti». Davide Tabarelli, dunque, a Il Giornale chiarisce per servono «quattro o cinque anni» per diventare davvero indipendenti dalla Russia. «Per il prossimo inverno abbiamo trovato delle alternative, anche con misure eccezionali come la riapertura delle centrali a carbone, solo per 15 dei 29 miliardi di metri cubi di gas che abbiamo importato dalla Russia l’anno scorso». E pensare che ci sono risorse naturali in Italia. Quelle non sfruttate sono circa 100 miliardi di metri cubi di gas. «Ma sono 30 anni che non facciamo ricerca. Ci sono centinaia di migliaia di metri cubi di risorse da usare, ma non riusciamo a sfruttare neanche le poche già scoperte». Per quanto riguarda il petrolio, in Basilicata c’è il più grande giacimento europeo su terra, «ma ha una produzione limitata che non arriva a 100mila barili al giorno. Abbiamo due giacimenti che potrebbero dare una produzione almeno tre volte superiore, ma non se ne parla perché in Italia tutti sono contro le trivelle».
TABARELLI BOCCIA IL PIANO PER TRANSIZIONE ENERGETICA
A proposito del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), Davide Tabarelli lo ha definito un «disordinato e contraddittorio documento che blocca e riduce la produzione di idrocarburi, ciò che proponevano i suoi principali artefici, i Cinquestelle». Il presidente di Nomisma Energia a Il Giornale lamenta il fatto che neppure l’arrivo della crisi abbia modificato con decisione la versione finale. «Chi lo ha predisposto è convinto, secondo me a torto, che basti vietare la produzione di gas e petrolio per avere automaticamente il passaggio alle fonti rinnovabili. Se queste ultime ci fossero davvero, sarebbero sfruttate senza bisogno di divieti». Infine, per quanto riguarda il piano europeo per interrompere la dipendenza dal petrolio russo, Tabarelli esprime un giudizio negativo: «Noi abbiamo bisogno di rimandare la chiusura delle centrali nucleari e aprire quelle al carbone. Poi, ben vengano le rinnovabili, ma questo inverno avremo grandi problemi perché, in caso di ulteriori ritorsioni russe, passeremo dei giorni un po’ più al freddo e con le luci un po’ più spente».