Quanto capitato al motociclista di Enduro polacco Taddy Blazusiak aveva tutte le carte in regola per diventare una vera e propria tragedia, finito al centro di un breve post di sfogo condiviso sui suoi profili social in cui ha raccontato tutto l’accaduto non riuscendo a capacitarsi di come persona possa arrivare a rischiare di ucciderne un’altra per il suo semplice – scrive lo stesso motociclista – “odio per le moto”: fortunatamente Taddy Blazusiakse l’è cavata con una bruttissima ferita immediatamente ricucita; ma in altre situazioni simili – e a breve vi spiegheremo cos’è successo nel dettaglio – non si conta quasi più il numero dei motociclisti che hanno effettivamente perso la vita, come – tra il 2007 e il 2011 – gli enduristi Marco Baiali e Manuel Colantuono.
Taddy Blazusiakse: “Colpito da un cavo teso intenzionalmente per fare del male ai motociclisti”
A raccontarci cos’è accaduto lo scorso 11 di novembre è lo stesso Taddy Blazusiakse in un post condiviso su Instagram e Facebook – che trovate comodamente anche alla fine di questo stesso articolo – nel quale ha pubblicato anche la fotografia dell’enorme e profondo taglio che si è procurato: “Stavo percorrendo – ha spiegato nel post – un sentiero per raggiungere il mio posto di guida [e] mi sono imbattuto in un cavo che qualcuno aveva appeso intenzionalmente” tra due alberi ai lati del sentiero.
“Per fortuna – continua Taddy Blazusiakse – l’ho preso mentre uscivo da una curva e mi ha colpito alla spalla destra e tra il mento del casco e gli occhiali” causandogli (appunto) solamente la profonda ferita che dà perfettamente l’idea di quello che sarebbe successo nel caso in cui “fosse scivolato giù dal mento al collo”, dicendosi quasi certo che in quel caso “non starei scrivendo questo post“. Dal conto suo Taddy Blazusiakse ci tiene a mettere in chiaro di stare – dopo un intervento “di chirurgia plastica” – bene, precisando di voler raccontare la sua storia al solo fine di mettere in guardia “la comunità off-road che là fuori ci sono persone così instabili da fare intenzionalmente del male” ai motociclisti.