Era slittato il verdetto dell’Alta Corte di Londra fino ad oggi per capire il destino della piccola Tafida Raqeed – la bimba di 5 anni ricoverata in gravi condizioni dopo aver subito a febbraio un intervento al cervello – e puntuale è arrivato. «Tafida non deve morire» è il risultato di quanto deciso dal giudice dell’Alta Corte Uk accogliendo questa volta, a differenza dei due casi più noti del passato (Charlie Gard e Alfie Evans) il ricorso dei genitori contro il parere dei medici del Royal London Hospital. Con una decisione a sorpresa, la piccola affetta da una grave emorragia cerebrale non solo non morirà per una spina staccata come invece avvenuto per Charlie e Alfie, ma potrà essere spostata in Italia e curata dall’ospedale Gaslini di Genova che si era offerto di accoglierla nelle scorse settimane. Tafida potrà continuare a vivere e lottare contro il male che l’ha colpita con i medici inglesi che dunque non sono stati autorizzati a staccare la spina dei macchinari che al momento tengono in vita quella piccolissima bimba di 5 anni.
TAFIDA RAQEED POTRÀ CURARSI IN ITALIA
Lo scorso febbraio Tafida Raqeed aveva sofferto per la rottura dei vasi sanguigni cerebrali ed era stata costretta a subite un intervento molto delicato al cervello: da allora è tenuta in vita artificialmente e per questo motivo i medici dell’ospedale londinese, dopo tutti gli esami del caso, si sono pronunciati contro la rimanenza in vita della piccola Tafida. Come già visto nei casi Gard e Evans, i medici hanno sostenuto che non c’era alcuna possibilità di recupero e «l’unica scelta umana» era quella di lasciarla andare. I genitori e diverse associazioni umanitarie si sono opposti dato che la piccola Tafida si muove e reagisce agli stimoli esterni; così lo scontro dall’ospedale si è spostato in tribunale con l’Alta Corte chiamata a dirimere dopo l’ordinanza dei medici e con gli stessi genitori Raqeed che invece hanno implorato i giudici di concedere loro una possibilità in Italia con le cure del Gaslini. Oggi, con la decisione della Corte, degli esperti “indipendenti” hanno confermato – riporta il Corriere della Sera – «che con le opportune terapie si può sperare in un recupero parziale e che così la piccola potrebbe continuare a vivere altri 20 anni». Nei prossimi giorni dunque il trasferimento in Italia dove Genova già attende da tempo di poter accogliere la piccola di 5 anni per poter cominciare l’intero trattamento innovativo