I tagli alla sanità stanno provocando non pochi problemi alle famiglie, con liste d’attesa infinite nel pubblico e pazienti costretti a sborsare cifre considerevoli per ottenere le prestazioni necessarie. Il fenomeno, come sottolineato dal Corriere della Sera, è evidente sulla base di almeno tre indicatori: il numero di esami diagnostici e visite mediche effettuate quotidianamente a pagamento, il loro costo e l’andamento delle richieste.
L’Osservatorio sui consumi privati in Sanità del Cergas-Bocconi ha rivelato che su 100 esami diagnostici, 79 sono con il servizio sanitario nazionale, gli altri 21 a pagamento; e su 100 visite mediche 59 sono con il servizio sanitario nazionale, le altre 41 no. In entrambi i casi solo una minima parte, pari a circa il 10%, è coperta da un rimborso dell’assicurazione, totale o più spesso parziale. Il pubblico insomma è in crisi profonda, anche a causa della carenza di medici, e chi può finisce per rivolgersi ai privati, mentre chi non può resta a mani vuote, con le drammatiche conseguenze che ne derivano.
Tagli alla sanità, sempre più visite a pagamento e costi aumentano: prezzi choc
I tagli alla sanità, infatti, hanno dato ampio spazio all’inflazione anche per quel che concerne i costi delle visite e degli esami. A Milano un eco doppler cardiaca costa dai 90 ai 200 euro, una tac dai 70 ai 700 euro e una mammografia monolaterale da 90 a 200 euro. Il tariffario tipo arriva da un grosso ospedale pubblico che offre anche prestazioni in libera professione. I motivi della differenza significativa dei prezzi per lo stesso esame sono prevalentemente due. Uno è prettamente tecnico, ovvero dipende dalla parte del corpo coinvolta e dal metodo. L’altro, invece, fa riferimento al fatto che la tariffa è scelta dal singolo medico piuttosto che dalla struttura.
L’andamento delle richieste di prestazioni a pagamento è così in costante crescita. I dati dell’Agenas del 2022 hanno rilevato complessivamente un aumento del 15% per gli esami e del 2% per le visite in libera professione, complice la ripresa dopo la pandemia di Covid.
Tagli alla sanità, sempre più visite a pagamento e costi aumentano: la querelle politica
Mentre le famiglie fanno i conti coi costi sempre più alti della sanità, intanto, è querelle nella politica per l’attribuzione delle colpe dei tagli. “Giorgia Meloni sta montando pezzo per pezzo il nostro diritto alla salute. Il Governo continua a tagliare il SSN mentre un italiano su cinque rinuncia a curarsi a causa della crisi. Un atteggiamento gravissimo che non faremo passare sotto silenzio”, ha accusato la democratica Elly Schlein.
“Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità. La sinistra, a corto di idee o semplici proposte, ha ormai fatto sua questa frase e a furia di ripetere che il Governo ha tagliato i fondi sulla sanità ha finito per crederci. E dire che i suoi Governi hanno tagliato dalla sanità in meno di 10 anni oltre 37 miliardi, hanno bloccato le assunzioni e inventato i famigerati tetti di spesa. Ora la segretaria del Pd, piombata sulla terra da Marte, ha attaccato ancora il centrodestra sulla Nadef, inventando tagli inesistenti”, ha replicato Franco Zaffini, senatore di Fdi e presidente della commissione Sanità. E i dati della Fondazione Gimbe, secondo quanto riportato da Il Giornale, sembrerebbero dargli ragione: i veri tagli sarebbero arrivati nell’era in cui era Ministro Roberto Speranza.