Il governo ha stabilito in materia di contribuzione fiscale che verrà aumentato il taglio del cuneo, ma soltanto per le retribuzioni basse, che concerne cioè il reddito annuo lordo dei lavoratori fino a 20mila euro. Almeno è quanto si apprende dalla bozza di legge fatta circolare e che passerà al vaglio della votazione di dicembre. I lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 20 mila euro lordi pagheranno tre punti percentuali in meno di contributi previdenziali nel 2023, passando cioè dal 6% circa della retribuzione lorda al 9%.



Taglio al cuneo fiscale: 3% in meno sulle contribuzioni basse

Tre punti in meno di contributi che resteranno così in busta paga, facendo aumentare la retribuzione netta. Ciò non avrà alcun effetto sulle pensioni in quanto sarà lo Stato a versare la differenza all’Inps.

Per i lavoratori dipendenti con retribuzioni lorde tra 20 e 35 mila euro, invece, non cambierà nulla: il taglio dei contributi resterà di due punti, come quello deciso dal precedente governo per il solo 2022. Era stato infatti l’esecutivo Draghi ad aver concesso due punti in meno per tutte le retribuzioni fino a 35mila euro.



E arrivano meno tasse anche per le partite Iva. Il tetto di ricavi che consente a lavoratori autonomi e professionisti di beneficiare dell’aliquota unica del 15% sostitutiva di Irpef, Irap e Iva salirà infatti, dall’anno prossimo, da 65mila a 85mila euro annui.

Taglio al cuneo fiscale: flat tax per 2,1 milioni di partite iva

Attualmente la flat tax coinvolge circa 2,1 milioni di partite Iva. Sulla base delle simulazioni fatte al ministero dell’Economia, la platea interessata alla flat tax potrebbe allargarsi di poco più di 100mila lavoratori. Invece, sembra definitivamente tramontata, perché costosa, la proposta della flat tax incrementale per tutti i contribuenti.



Essa, però, dovrebbe esserci solo per i titolari di redditi di impresa o di lavoro autonomo che non scelgono il regime forfettario. Quindi, una flat tax incrementale limitata ai lavoratori autonomi. Infine, per promuovere l’occupazione giovanile, è prevista la decontribuzione totale per le aziende che assumono persone fino a 35 anni d’età.