Il taglio del cuneo fiscale proposto in Bilancio nel 2025 ha comportato una forte penalizzazione su alcuni stipendi degli italiani. Per assurdo ad essere coinvolti sono i lavoratori con un salario più basso rispetto a chi godrà degli aumenti grazie al bonus Irpef.
Il trattamento integrativo previsto sotto forma di incentivo fiscale prevede fino a mille e duecento euro che dovrebbero essere dovuti goduti da determinati contribuenti. Tuttavia, per evitare di penalizzare i lavoratori con uno stipendio più basso, il Governo starebbe pensando di ampliare – potenzialmente – la platea di beneficiari.
Taglio cuneo fiscale 2025: l’ipotesi del Governo Meloni
Il taglio cuneo fiscale 2025 da un lato ha favorito alcuni lavoratori italiani, dall’altro penalizzato – per assurdo – coloro che hanno un ISEE più basso (come da simulazioni). A tal proposito durante delle risposte alle domande proposte dai politici Francesco Emilio Borrelli (del partito Avs), e Emiliano Fenu (del partito politico M5S), ha parlato Lucia Albano, sottosegretaria all’Economia. La sottosegretaria all’Economia ha ipotizzato che il Governo potrebbe pensare ad allargare la platea di beneficiari del trattamento integrativo, coinvolgendo i lavoratori con una RAL di circa nove mila euro.
Dalla parole della sottosegretaria Lucia Albano la platea interessata è molto variabile. Il motivo è legato a molteplici fattori: aumenti del salario, ore lavorative diversificate ed eventuali – o meno – straordinari.
Da una analisi dell’ente previdenziale INPS, i lavoratori italiani che non godrebbero del trattamento integrativo dovrebbero essere circa 266.000. La maggior parte di loro sarebbero donne (ben 188.000) e con una RAL fra cinque mila e diecimila euro.
La denuncia sull’accaduto parte da Cgil e dal segretario confederale (Christian Ferrari), che ha reputato una ingiustizia a discapito dei lavoratori più precari e in difficoltà finanziarie.
Un problema di incapienza fiscale
Il problema del bonus del taglio fiscale farebbe riferimento ad una incapienza fiscale a discapito dei contribuenti con stipendi più bassi. Nello specifico, quando lo scorso anno l’incentivo venne inserito in Bilancio si era considerato nel suo complesso anche il reddito tassabile.
Il nuovo sistema di calcolo invece, prevede l’incentivo esentasse, e dunque quest’anno il reddito tassabile sarebbe più inferiore a quello del 2024 impedendogli l’accesso alla misura.