Il taglio dei parlamentari è da qualche ora a questa parte legge. L’Aula della Camera ha votato il via libera alla riduzione delle persone che popolano appunto il parlamento, con 553 sì, 14 no e due astenuti. Il governo composto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Leu, ha votato compatto, così come tutto il centrodestra, leggasi Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Contrari solamente +Europa e Noi con l’Italia, con l’aggiunta di qualche dissidente. Cosa cambia rispetto a prima? In poche parole il numero di parlamentari scende da 630 a 400, mentre quello dei senatori si riduce da 315 a 200, con un taglio dei seggi dei deputati (ora 8 contro i precedenti 12), nonché dei senatori eletti all’estero, che diventano 4 (due in meno). Soddisfazione da parte delle forze al governo, a cominciare dal segretario generale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti.
TAGLIO DEI PARLAMENTARI È LEGGE
Attraverso la propria pagina Facebook il governatore della regione Lazio ha spiegato: “Abbiamo ottenuto, come da noi richiesto, che il taglio degli eletti si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano”. La riforma Fraccaro, dal nome del sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, cambia così il rapporto numerico di rappresentanza dei cittadini alla camera quanto al senato: nel primo caso, serviva un deputato ogni 96.006 abitanti, numero sceso a 1 su 151.210. Al senato, invece, si è passati da 1 su 188.424 abitanti, a un rappresentante ogni 302.420. Visto che si è trattata di una riforma costituzionale, il provvedimento aveva bisogno della maggioranza assoluta, ovvero, 316 voti, una cifra che è stata ampiamente raggiunta. Ovviamente non sono mancati i contrari, a cominciare dal senatore, critico d’arte e personaggio televisivo, Vittorio Sgarbi, che in aula ha attaccato dicendo: “Siamo davanti a uno stupro del Parlamento fatto da soggetti che ora sono minoranza nel Parlamento e che i voti non li hanno presi loro ma Beppe Grillo”.