Via libera definitivo alla Camera al taglio dei parlamentari con una maggioranza netta, anche se non mancano le polemiche. Uno degli interventi più discussi è quello del renziano Roberto Giachetti: l’ex Pd ha sì votato a favore della riforma costituzionale, ma ha annunciato che raccoglierà le firme per indire un referendum per bloccare il testo. Come dicevamo, Movimento 5 Stelle in festa: i grillini si sono radunati davanti a Palazzo Montecitorio, esponendo uno striscione con raffigurate poltrone e forbici gigantesche. «Questa è una riforma che prelude anche a una maggiore efficienza dei lavori parlamentari», le parole del premier Giuseppe Conte, mentre Luigi Di Maio ha parlato di «una grandissima vittoria per i cittadini italiani». Così, infine, Riccardo Fraccaro: «È il giorno che aspettiamo da tempo. Con il sì al taglio parlamentari facciamo la storia di questo Paese. Dopo oltre 30 anni di promesse mancate, grazie al M5S è realtà. Inizia una nuova stagione politica: ora al centro ci sono gli interessi dei cittadini». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TAGLIO PARLAMENTARI DIVENTA LEGGE
Il taglio dei parlamentari diventa legge: la Camera ha approvato al riforma costituzionale che riduce il numero di deputati e senatori. Il via libera definitivo è arrivato con 553 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti: i sì sono quelli delle forze di maggioranza (M5s, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi Uguali) e dei principali schieramenti di opposizione (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia). Contrari al taglio +Europa e Noi con l’Italia, così come il dissidente grillino Andrea Coletti. Soddisfazione in casa pentastellata, mentre Giorgia Meloni lancia una sfida all’esecutivo giallorosso: «Per la quarta volta consecutiva Fratelli d’Italia ha votato a favore del taglio dei parlamentari. Senza tentennamenti, senza sotterfugi, senza chiedere nulla in cambio. Perché noi siamo sempre fedeli alla volontà popolare e questa riforma era attesa dagli italiani. Ora vediamo se gli altri partiti avranno il coraggio di seguirci nell’abolizione dei senatori a vita e nell’elezione diretta del Capo dello Stato». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TAGLIO PARLAMENTARI, SGARBI: “M5S COME MUSSOLINI”
Oggi si vota alla Camera il taglio dei parlamentari, provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle. Il Partito Democratico, dopo aver votato contro in tre occasioni, ha annunciato «un sì convinto» alla riforma: un cambio di passo dovuto ai correttivi imposti dai dem e accolti dai pentastellati. «Tutte le nostre richieste sono state accolte, la maggioranza ha un impegno forte e preciso su delle garanzie che prima non c’erano, Non c’è nessuna cambiale in bianco, ma un patto di fiducia tra persone serie», le parole del capogruppo Pd Graziano Delrio, contestato aspramente da Lega e Fratelli d’Italia. E anche Vittorio Sgarbi non ha usato mezzi termini per scagliarsi contro il Movimento 5 Stelle: «Per tenere in piedi un governo illegittimo, si concede a una banda di parlamentare di fare uno stupro in questo Parlamento, che ricorda quello che è avvenuto nella casa dove Grillo ha riunito le forze politiche (chiaro riferimento al caso che vede coinvolto Ciro Grillo, ndr)». Poi, rivolgendosi ai grillini: «Siete falsi, ipocriti e ricattatori come Mussolini». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TAGLIO PARLAMENTARI, OGGI IL VOTO: IL COMMENTO DI GIORGIA MELONI
L’Aula della Camera vota oggi la riforma per il taglio dei parlamentari, e il via libera è di fatto scontato, essendo nell’accordo di governo preso fra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Sulla vicenda sono diversi gli esponenti politici che si sono espressi, fra cui la segretaria generale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha confermato il sì del suo partito, così come del centrodestra compatto: “Fratelli d’Italia voterà oggi a favore del taglio del numero dei parlamentari – le sue parole riportate dall’Ansa – i nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente”. Per la Meloni sarà importante introdurre anche l’elezione diretta del presidente della repubblica, e l’abolizione dei senatori a vita: “Su queste due riforme – ha aggiunto – richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d’Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TAGLIO PARLAMENTARI ALLA CAMERA: IL PENSIERO DI LOCATELLI
L’ex ministro per le disabilità e la famiglia, parlamentare della Lega Alessandra Locatelli, ha esternato la posizione del Carroccio in merito al voto per il taglio dei parlamentari previsto oggi in Aula. Parlando ai microfoni di Sky Tg 24 ha spiegato: “La posizione della Lega è a favore del taglio dei parlamentari e oggi voteremo sì. La nostra posizione è fedele e concordata anche con il resto del centrodestra”. Inizialmente si pensava che il centrodestra unito, quindi Fratelli d’Italia e Forza Italia oltre alla Lega, sarebbe uscito dall’Aula al momento delle votazioni, ma la strategia è stata cambiata in corso d’opera, e il gruppo ha deciso di votare in favore del sì. Stando a quanto calcolato dal Movimento 5 Stelle, con tale riforma si risparmierebbero circa 100 milioni di euro all’anno, mentre per ogni legislatura il risparmio salirebbe a 500 milioni. Diversi invece i numeri forniti dall’Osservatorio dei Conti Pubblici, secondo cui il taglio farebbe risparmiare “soli” 57 milioni all’anno e 285 ogni legislatura. In ogni caso, il risparmio è appurato, aspetto sempre positivo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TAGLIO DEI PARLAMENTARI ALLA CAMERA: OGGI IL VOTO
Dopo la discussione di ieri, alla Camera è il giorno del voto sulla riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. L’accordo nella coalizione di governo poggia su un calendario ristretto su 4 punti: entro dicembre la presentazione di una nuova legge elettorale, già in questo mese l’abbassamento a 18 anni dell’età per votare al Senato, e a seguire un intervento sui regolamenti parlamentari e l’avvio di un percorso di confronto su strumenti come la sfiducia costruttiva. Se tutto andrà come previsto, Montecitorio passerà da 630 a 400 deputati, mentre il Senato da 315 a 200 eletti. Si tratta di una vittoria del MoVimento 5 Stelle, da sempre favorevole al taglio dei parlamentari, ma anche all’interno dei pentastellati non mancano le voci critiche. C’è il deputato Gianluca Vacca che a Il Messaggero ammette: “Mi sembra comunque un po’ semplicistica la previsione ottimistica contenuta nello slogan meno parlamentari uguale più efficienza. Vedremo”. La riforma dovrebbe passare con 600 voti a favore (solo +Europa ha annunciato il suo voto contrario), ma le opposizioni in caso di fibrillazioni potrebbero decidere di far mancare i propri voti. Lo ha spiegato Fabrizio Rampelli di Fratelli d’Italia:”Noi faremo di tutto per far cadere un governo senza legittimazione popolare a prescindere dall’approvazione o meno del taglio dei parlamentari”. (agg. di Dario D’Angelo)
TAGLIO DEI PARLAMENTARI, PATTO NELLA MAGGIORANZA
Domani alla Camera il voto sul taglio dei parlamentari: si entra nel vivo, ma prosegue il dialogo politico. Huffington Post parla di un patto a quattro sulle riforme per il sì al decreto manifesto del Movimento 5 Stelle: grillini, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali hanno stilato un documento con i “contrappesi” chiesti dalle forze di Centrosinistra. Giuseppe Alberto Falci parla di tre interventi da approvare entro ottobre: l’omogeneizzazione degli elettorati attivi e passivi di Camera e Senato, la diminuzione di un terzo del numero dei delegati regionali per eleggere il Capo dello Stato e la modifica della base territoriale di elezione del Senato. Per quanto riguarda la legge elettorale, la discussione è rinviata a dicembre: questo rappresenta certamente il nodo più difficile da sciogliere. Sulla riforma del taglio dei parlamentari è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini: «Noi l’abbiamo votata tre volte, ci abbiamo sempre creduto. Vediamo se il Pd, che ha sempre votato contro, invece cambia idea», riporta Aska News. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TAGLIO DEI PARLAMENTARI, LEGGE ALLA CAMERA
Oggi sbarca in Aula alla Camera per la quarta e ultima lettura la legge sul taglio dei Parlamentari voluto fortemente dal M5s e appoggiato da Centrodestra fino alla caduta del Governo Conte-1: poi il Pd, con alcuni correttivi fatti inserire nel testo di legge, ha deciso di aderire alla norma (era parte del programma di Governo Zingaretti-Di Maio-Conte) e si appresta a votare con la maggioranza per il disegno di legge che taglierà il numero di deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 e 200. Secondo i calcoli del Governo si arriverà a risparmiare – tra pensioni, vitalizi e annessi/connessi – circa 100 milioni l’anno, per 500 milioni entro la fine di ogni legislatura. Questo taglio avrà inizio ufficiale dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della riforma: il numero degli abitanti per deputato aumenta da 96.006 a 151.210, mentre quello per ciascun senatore cresce da 188.424 a 302.420. Resta evidente, come già annunciato dal Governo giallorosso, che a seguito della legge odierna si dovrà provvedere al cambio della legge elettorale attuale per ridisegnare i collegi uninominali e plurinominali. Come anticipa Repubblica, entro domani il Governo – prima del voto sulla legge – presenterà un documento su tutte le riforme che faranno da “contrappeso” al taglio dei parlamentari eletti, con una sorta di roadmap per i prossimi mesi articolata in tre punti. Voto ai 18enni per l’elezione del Senato; riforma costituzionale per modifica alla platea che elegge il presidente della Repubblica, con riduzione dei delegati regionali e la modifica dell’elezione del Senato non più a base regionale; avvio della riforma elettorale.
TAGLIO DEI PARLAMENTARI: LA SFIDA SUI VOTI
«Sono molto emozionato per il taglio dei parlamentari e non mi aspetto solo un voto di maggioranza ma di tutto il Parlamento, trasversale», così ha spiegato emozionato Luigi Di Maio entrando alla Camera alla vigilia del voto sulla legge considerata “storica” dal Movimento 5 Stelle. Oggi in una Camera semi-deserta si è discusso della legge in oggetto e domani pomeriggio si arriverà al voto: la poca presenza di parlamentari rappresenta il segnale di una sostanziale accettazione di quasi tutte le forze politiche in Parlamento verso la legge proposta dal M5s. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno già fatto sapere che voteranno assieme al Governo, anche se oggi in Aula nessun deputato leghista si è presentato come protesta per il “cambio repentino” del Pd dopo aver votato no in tutte le tre precedenti letture della riforma. «Al M5S dico, abbandoniamo la mitomania della finta democrazia diretta», spiega Laura Ravetto (FI) nell’annunciare il sì del suo gruppo alla legge del Governo, mentre lo stesso Matteo Renzi nonostante l’abbia definita un «tributo demagogico» ha dato il via libera anche di Italia Viva a sostegno della riforma. Allarme contro la legge sul taglio parlamentari arriva da diversi costituzionalisti che lamentano come il taglio dei numeri non significhi una maggiore produttività e risparmio per lo Stato: «il risparmio mi sembra risibile rispetto alla posta in gioco mentre l’annunciata maggiore efficienza delle Camere non poggia su alcun elemento probatorio […] È vero che negli Usa si eleggono solo 100 senatori ma in quel sistema gli eletti alla fine sono satrapi: siamo sicuri di volere questo? Per questo motivo la riforma rischia di essere “ancor più appannaggio di una élite», spiega oggi sul Corriere della Sera il costituzionalista Massimo Luciani.