Il tema del taglio degli stipendi dei calciatori è più che mai attuale. I club calcistici e tutto il sistema rischia perdite per centinaia di milioni di euro, e il taglio dei salari, soprattutto in Serie A, sembra un qualcosa di cui quantomeno discutere. Dopo qualche giorno di freddezza sul tema, il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Damiano Tommasi, in una dichiarazione all’Ansa ha aperto per la prima volta alla possibilità: ” “Il tema della sostenibilità del sistema calcio durante e dopo questa crisi globale è ovviamente tema di estremo interesse per tutti quelli che vivono in questo sistema, calciatori compresi. Tutti abbiamo l’interesse che l’equilibrio economico venga preservato e proprio per questo dobbiamo valutare tutti gli elementi del momento“. Anche Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, ha deciso di non precludere la possibilità che può riguardare anche i tecnici: “È presto per una cosa del genere, bisognerà esaminare tante cose, è un discorso che dovrà essere valutato con calma. In una situazione così non ci possono essere tabù. Bisognerà sedere tutti attorno a un tavolo in tempi che non sono questi. Però prendiamo sul serio il discorso del presidente Gravina.



SPADAFORA: “D’ACCORDO SU TAGLIO STIPENDI NEL CALCIO”

Oltre al presidente della FIGC, Gravina, anche il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha deciso di dare una scossa aprendo formalmente la discussione sul possibile taglio agli stipendi dei calciatori. “L’idea di un taglio agli stipendi dei calciatori vista l’emergenza? Sono perfettamente d’accordo. Le priorità di questo Paese saranno tante, tanti i temi da affrontare e dovremo mettere in discussione tante cose sull’occupazione, sull’industria, sui lavoratori autonomi“. Le Olimpiadi? “Non sappiamo ancora se si faranno, speriamo di sì“, ha sottolineato il ministro nelle dichiarazioni riportate dal Televideo Rai. Secondo le istituzioni sportive dunque la possibilità di un taglio non dovrà più essere tabù, dovrà anzi dimostrare come il mondo del calcio non si senta in una torre d’avorio, avulso dalle reali esigenze del paese. Problematiche che dovranno però essere analizzate con attenzione: oltre agli stipendi milionari di Serie A, in Serie B e C ci sono protagonisti e club che rischiano di essere letteralmente affogati dalla crisi economica.

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