Come in Italia e nel resto d’Europa, tiene banco nel mondo del calcio il tema del taglio degli stipendi dei giocatori, una delle prime misure da applicare per limitare le gravi conseguenze economiche che lo stop alla stagione (decisa per l’emergenza coronavirus) sta portando per federazioni e club. E mentre nel nostro paese ancora la discussione non è arrivata ad alcun verdetto (ma già Juventus e Inter si sono mosse autonomamente), ecco che pure nella Premier league, il taglio degli stipendi è tema bollente. Come abbiamo visto solo pochi giorni fa, la FA, annunciando il prolungamento dello stop ai campionati oltre al 30 aprile, ha pure proposto la riduzione del 30% dello stipendio, annuo lordo per ogni giocatore, come misura per venire in soccorso ai club. Mossa che però è stata prontamente rigettata dalla stessa Assocalciatori.
TAGLIO STIPENDI PREMIER LEAGUE: L’ASSOCALCIATORI DICE NO
Ovviamente non è l’idea di un taglio degli stipendi a non piacere dall’associazione dei calciatori, ma la formula stessa della proposta, che si teme, possa avere effetti più negativi che positivi. Innanzitutto, la PFA chiede che la riduzione dei salari dei giocatori garantisca il pagamento totale degli stipendi dei dipendenti dei club, al fine di evitare nuovi casi come quelli di Liverpool e Tottenham (che hanno garantito stipendio pieno ai giocatori, ma hanno messo in cassa integrazione i dipendenti, usufruendo di aiuti statali). Secondo timore paventato dall’associazione, è che questo taglio proposto sul 30% del lordo infatti vada a danneggiare le stesse casse dello stato britannico. Consci dell’assioma: meno stipendi uguale meno tasse, ecco che la misura della FA potrebbe a un buco nelle entrate statali di circa 200 milioni di sterline: soldi che sarebbe meglio invece investire nel sistema sanitario inglese, già al collasso per l’emergenza coronavirus.
Terzo ma non meno importante, nel comunicato della stessa Assocalciatori inglese, la richiesta infine dei giocatori di aumentare il contributo già di 20 milioni di sterline, stanziato dalla Premier League a supporto di enti impegnati in prima linea contro l’emergenza coronavirus. Al momento comunque le trattative tra le due federazioni come con i club proseguono ad oltranza e già la PFA ha messo sul tavolo una propria personale proposta, che porterebbe non al taglio degli stipendi dei giocatori, ma una sospensione del pagamento dei compensi. In tal senso i club non verserebbero gli stipendi in questi mesi, ma pagherebbero il dovuto solo quando la crisi terminerà (e presumibilmente si tornerà in campo). Ora la palla va alla FA: staremo a vedere, già i prossimi giorni infatti sono attesi importanti sviluppi sulla questione.