Con il taglio delle tasse varato dal Consiglio dei ministri tramite il Def, il documento di economia e finanza, ci sarà un sostegno fiscale maggiore alle famiglie numerose e ai redditi bassi. Infatti, il governo Meloni ha previsto una sforbiciata di tre miliardi da usare per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, mantenendo il deficit al 4,5% quest’anno. L’obiettivo è potenziare la misura introdotta dal governo Draghi, che ha esteso l’esonero del 3% sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti alle retribuzioni fino a 25mila euro lordi. Invece, è confermato l’esonero del 2% tra i 25mila e 35mila.



Tenendo conto che l’intervento andrebbe a coprire il periodo di maggio-dicembre, cosa cambia dal punto di vista concreto e pratico per i lavoratori? Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, la stima del guadagno in busta paga si aggira sui 500 euro l’anno per la prima fascia esentata e 400 per la seconda. Il taglio alle tasse serve anche per contrasto alle denatalità. Uno degli obiettivi del governo Meloni è, dunque, quello di sostenere le famiglie numerose.



TAGLIO TASSE: LE DETRAZIONI E IL MODELLO FRANCESE

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato di voler «tutelare la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale, che privilegerà i nuclei numerosi». Anche la premier Giorgia Meloni ha chiarito: «Dalla prossima legge di Bilancio bisogna porsi il problema del calo demografico e delle nuove nascite, con misure adeguate». Il modello è tutto da definire, ma l’esecutivo potrebbe valutare di ripescare le detrazioni che si affiancherebbero all’Assegno unico universale introdotto nel marzo 2022. Prima il contribuente con figli fiscalmente a carico aveva diritto ad una detrazione Irpef il cui importo variava a seconda del suo reddito complessivo. Ora si sta valutando, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, di introdurre una detrazione fissa valida per tutti i genitori a prescindere dal reddito ma tenendo conto anche del numero di figli. Non mancano altre ipotesi. Ad esempio, si valuta di adottare il modello alla francese, cioè il sistema del quoziente familiare che calcola l’imposta dovuta da un nucleo sulla base dei redditi e della composizione. I coefficienti cambiano: 1 per ogni genitore, 0,5 per i figli fino al secondo, 1 per il terzo e così via. Le modalità sono in corso di definizione, invece le intenzioni sono chiare: sconto fiscale per chi fa figli come via per abbattere l’inverno demografico in Italia.

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