Shen Ming-Shih, vicedirettore dell’Istituto per la Sicurezza e Difesa nazionale di Taiwan a Taipei, intervistato dal quotidiano La Repubblica in merito ai possibili rischi di un prossimo conflitto Usa Cina, analizza la situazione e avverte: “Non vogliamo la guerra, ma ci prepariamo al peggio”. L’analista sostiene che una futura invasione di Taiwan da parte della Cina sia inevitabile. E, sottolinea, “l’invasione cinese, non è questione di se, ma di quando. La tensione costante nella quale ormai viviamo ci rende però meno impressionabili”.
L’isola infatti è considerata dalla Cina come una “linea rossa” da non oltrepassare da parte degli Stati Uniti, specialmente dopo le recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri cinese Qin Gang, che ha accusato il governo statunitense di praticare un “maccartismo isterico su alleati asiatici” e ha ribadito quanto la questione di una riunificazione sia uno degli obiettivi primari di Pechino: “L’indipendenza di Taiwan è incompatibile con la pace e la stabilità nello Stretto”. A far innervosire ancora di più il governo cinese poi è stata anche l’approvazione della vendita di armi a Taiwan con un accordo tra Pentagono e Congresso.
Shen Ming-Shih: “Tensione alta con la Cina, invasione di Taiwan entro il 2027”
Shen Ming-Shih sostiene quindi che un’invasione da parte della Cina sia inevitabile e che potrebbe avvenire sicuramente entro il 2027, ma non prima del prossimo aprile 2024. Questo perché “la Cina aspetterà il risultato delle nostre presidenziali, ad aprile 2024. Le recenti amministrative sono state vinte dal Kuomintang, i nazionalisti filocinesi dell’opposizione. Se andranno loro al governo, Xi non avrà bisogno di invaderci”. In quel caso, spiega l’analista, la Cina avrebbe occasione di sfruttare il nuovo potere per trasformare Taiwan in una nuova Hong Kong.
Nel frattempo, i due Paesi vivono in un clima di alta tensione, aggravata dagli accordi con gli Usa, ma stanno molto attenti a non cadere nelle provocazioni. Sia da parte di Pechino che da parte della presidente taiwanese Tsai Ing-wen c’è cautela, soprattutto nell’evitare ulteriori complicazioni. Per questo, la leader, dopo le ultime dichiarazioni ufficiali e lo scontro tra Cina e Stati Uniti, ha preferito evitare l’incontro a Taiwan con la nuova speaker Kevin McCarthy. Aggiunge Shen Ming-Shih: “Non vuole irritare ulteriormente Pechino e chi qui si era già sentito messo in pericolo dalla visita di Nancy Pelosi ad agosto“.